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Rivalutazione e Irpef, di quanto aumentano le pensioni di gennaio: ecco i nuovi assegni

Le pensioni del 2024 terranno conto di una serie di novità: l’Irpef a tre aliquote, la rivalutazione prevista dalla manovra e il conguaglio di fine anno. Vediamo una stima dei nuovi assegni che verranno pagati a partire dal 3 gennaio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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A partire dal 3 gennaio 2024, le nuove pensioni verranno pagate a milioni di persone che le aspettano. La prima dell'anno è sempre particolarmente interessante, in questo caso ancor di più: oltre alla tanto attesa rivalutazione sulla base dell'inflazione – fattore principale della crescita degli assegni – c'è da considerare l'avvento della nuova Irpef a tre aliquote, ma anche il conguaglio di gennaio. Insomma, conti alla mano gli assegni aumenteranno in maniera sostanziosa e – per i pensionati che li ritireranno nei prossimi giorni – le novità introdotte dal governo Meloni si faranno sentire.

Il calendario dei pagamenti delle pensioni a gennaio 2024

Cominciamo dal calendario dei pagamenti, visto che non tutti i pensionati ricevono l'assegno lo stesso giorno. Questo sarà lo schema per ritirare la pensione a gennaio:

  • cognomi da A a B, mercoledì 3 gennaio 2024;
  • cognomi da C a D, giovedì 4 gennaio 2024;
  • cognomi da E a K, venerdì 5 gennaio 2024;
  • cognomi da L a O, lunedì 8 gennaio 2024;
  • cognomi da P a R, martedì 9 gennaio 2024;
  • cognomi da S e Z, mercoledì 10 gennaio 2024.

Per chi riceve l'accredito diretto su conto corrente e simili, invece, vedrà la somma comparire già il 3 gennaio.

Di quanto aumentano le pensioni con la rivalutazione

L'impatto maggiore, dicevamo, lo avrà la rivalutazione. Ma attenzione: nonostante il ministero dell'Economia abbia deciso che l'indice sarà del 5,4%, non tutti avranno una perequazione piena dell'assegno. Lo schema, stabilito in questo caso dal governo con la manovra, sarà il seguente:

  • fino a 4 volte la pensione minima (sotto i 2.102 euro), rivalutazione del 100%;
  • tra 4 e 5 volte la pensione minima (tra i 2.102 e i 2.627 euro), rivalutazione dell'85%;
  • tra 5 e 6 volte la pensione minima (tra i 2.627 e i 3.152 euro), rivalutazione del 53%;
  • tra 6 e 8 volte la pensione minima (tra i 3.152 e i 4.203 euro), rivalutazione del 47%;
  • tra 8 e 10 volte la pensione minima (tra i 4.203 e i 5.254 euro), rivalutazione del 37%;
  • sopra le 10 volte la pensione minima (sopra i 5.254 euro), rivalutazione del 22%.

Considerando che, appunto, l'indice è al 5,4%, il risultato è questo:

  • chi ha una pensione fino a 4 volte la minima beneficerà di un aumento pieno del 5,4%;
  • chi ha una pensione tra 4 e 5 volte la minima beneficerà di un aumento del 4,6%;
  • chi ha una pensione tra 5 e 6 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,9%;
  • chi ha una pensione tra 6 e 8 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,5%;
  • chi ha una pensione tra 8 e 10 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,0%;
  • chi ha una pensione sopra le 10 volte la minima beneficerà di un aumento dell'1,2%.

Le nuove aliquote Irpef nel sistema a tre scaglioni

Oltre alla rivalutazione, va considerato anche l'arrivo del nuovo sistema Irpef a tre aliquote. In questo caso il calcolo è meno semplice – così come l'aumento relativo – poiché si tratta sostanzialmente di un accorpamento dei primi due scaglioni. Non esisterà più la fascia 15mila-28mila euro di reddito, che viene unita a quella fino ai 15mila euro. Perciò il nuovo schema è il seguente:

  • prima fascia fino a 28mila euro di reddito lordo annuale, che verserà il 23% di Irpef;
  • seconda fascia da 28mila a 50mila euro di reddito lordo annuale, che verserà il 35% di Irpef;
  • terza fascia al di sopra dei 50mila euro di reddito lordo annuale, che verserà il 43% di Irpef.

Si parla di un guadagno massimo annuo di 260 euro lordi, nello scaglione tra i 28mila e i 50mila euro. Anche perché oltre il beneficio è stato annullato con il taglio delle detrazioni.

Contemporaneamente, però, arriverà anche il conguaglio Irpef nei cedolini: il ricalcolo a consuntivo delle ritenute è stato effettuato sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps. Laddove le trattenute siano state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, le differenze a debito saranno recuperate, come di consueto, sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2024. Ma attenzione: si può arrivare anche all'azzeramento della pensione nel caso in cui le imposte siano pari o superiori all’importo dell'assegno mensile.

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