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Risultati referendum legittimo impedimento: il sì è al 94,9%

I quesito sul referendum ha fatto segnare un’affluenza del 56,98%. I dati parziali del Ministero dell’Interno indicano che, al momento, gli elettori che si sono pronunciati per il sì sarebbero il 94,9%.
A cura di Alfonso Biondi
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Referendum 2011

Quorum raggiunto. I dati provenienti dal Ministero dell'Interno confermano quanto annunciato nelle ultime ore dagli esperti: il fatidico 50% è stato superato per tutti e quattro i referendum. Per quanto riguarda il quesito sul legittimo impedimento s'è recato ai seggi il 56,98% degli aventi diritto e, come nelle previsioni, il "sì" sta stravincendo: i dati provvisori del Viminale danno infatti il "sì" al 94,9%.  Che la missione fosse possibile lo si era già capito ieri a seguito delle 3 rilevazioni sul numero dei votanti, l'ultima delle quali (quella delle 22:00) aveva fatto segnare un'affluenza pari al 41,1% degli aventi diritto. Un dato decisamente incoraggiante tant'è che gli esperti del settore avevano diffuso una proiezione finale sull’affluenza attorno al 55%.

Stamattina anche il Ministro Maroni aveva previsto il raggiungimento del quorum per tutti e quattro i quesiti. "Io ho solo il dato di ieri sera, non ci saranno altre rilevazioni della partecipazione fino alle 15:00, quando si chiudono i seggi. Però la proiezione fatta dagli esperti del ministero dell’Interno rispetto al dato di ieri fa pensare che si raggiungerà il quorum per tutti e quattro i referendum, anche senza considerare il voto degli italiani all’estero”- aveva profeticamente dichiarato il ministro leghista a margine di una visita privata al sindaco di Varese Attilio Fontana.

Adesso bisognerà vedere che impatto avrà sulla maggioranza di governo l'esito di questa consultazione referendaria. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva evitato di politicizzare il voto, ma è chiaro che con questo risultato bisognerà comunque fare i conti. Nella mattinata di oggi alcuni esponenti della maggioranza s'erano affrettati a dichiarare che per il premier e il governo non sarebbe cambiato nulla. Lo aveva affermato Niccolò Ghedini, parlamentare e avvocato del Cavaliere, come anche Maurizio Sacconi, ministro del lavoro. La parola, adesso, passerà alla Lega.

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