Ristrutturazione casa obbligatoria con le nuove regole Ue: chi sarà obbligato a fare i lavori
Ristrutturare casa per renderla più efficiente a livello energetico, in fretta e a spese proprie. Nei prossimi anni per milioni di italiani questa storia potrebbe diventare un vero e proprio incubo. Anche perché – il Superbonus 110% lo dimostra – un'eccessiva domanda manda in tilt la filiera, dai materiali alle aziende che si occupano di edilizia, gonfiando i prezzi e creando delle liste d'attesa infinite e dei cantieri aperti mesi e mesi più del necessario. Insomma, la direttiva europea sul risparmio energetico per gli edifici – pubblici e privati – avrebbe effetti devastanti sulle tasche dei cittadini.
Il via libera alle nuove norme comunitarie è atteso entro marzo, ma bisogna ancora capire quale sarà la scadenza per adeguarsi. Si parla del 2030, ma non c'è alcuna certezza. Starà ai singoli stati, inoltre, provvedere a finanziare degli incentivi o aiuti per permettere ai cittadini di mettersi in regola. La questione è semplice: per contrastare inquinamento e abbassare i consumi energetici è necessario rivedere l'efficienza delle abitazioni. Il punto è che la classe energetica minima, secondo la direttiva europea, sarebbe la E. Ma ci sono milioni di edifici in Italia in classe F o G. Soprattutto quelli costruiti prima del 1970.
Il 2030, però, sarebbe solo l'inizio. Secondo l'ultima bozza di scaletta che arriva dalla Commissione europea, la timeline è la seguente: entro il primo gennaio 2030 tutte le case dovranno raggiungere la classe energetica E, poi entro il 2033 la D, con l'obiettivo zero emissioni entro il 2050. Al di là dell'ambizione di questo percorso, va segnalato che il 60% delle abitazioni in Italia fanno parte del gruppo di classi energetiche più basse, la F e la G. Insomma, si tratta di ristrutturare milioni di abitazioni in sette anni, con un problema di costo per i cittadini, di domanda per le imprese e anche di sovvenzioni per lo Stato, che non può abbandonare certo ognuno al proprio destino ma neanche finanziare la ristrutturazione di un Paese intero in così poco tempo.