Riscaldamenti ridotti di 1 grado nei mesi invernali: il ministro Cingolani firma il decreto
Le nostre case nei mesi invernali avranno delle temperature più basse rispetto a quelle dell'anno scorso. E avremo 15 giorni in meno di riscaldamento. Secondo quanto previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale, il ministro uscente della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha firmato il decreto che stabilisce nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati. Gli italiani devono prepararsi a un'ora in meno di riscaldamento al giorno e riscaldamenti accesi per un periodo più breve, con una stagione invernale accorciata di 15 giorni.
Questo significa per esempio che in una città come Milano, dove normalmente i riscaldamenti si accendono dal 15 ottobre al 15 aprile, la data di avvio potrebbe essere spostata al 22 ottobre, con una chiusura il 7 aprile. Analogamente a Roma, dove i riscaldamenti partono il 1 novembre, e sono in funzione fino al 15 aprile, le case potrebbero essere riscaldate solo nel periodo che va dall'8 novembre al 7 aprile.
Vediamo cosa dice il testo:
"Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un'ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio".
In presenza di un clima particolarmente rigido, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l'accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta.
Infine, i valori di temperatura dell'aria sono ridotti di 1 grado. Al fine di agevolare l'applicazione delle nuove disposizioni, Enea pubblicherà un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini. Le nuove regole non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell'aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili.
I dubbi del Codacons
"Non convince il decreto firmato dal Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale". Fa sapere il Codacons. “Si tratta di un pannicello caldo che non risolve affatto il problema energia e non mette l’Italia al riparo dal rischio di rimanere senza forniture di gas il prossimo inverno", spiega il presidente Carlo Rienzi.
Per cui "il decreto rappresenta una dichiarazione di resa da parte del Governo, che dimostra di non aver affrontato in modo adeguato l’emergenza gas e scarica sui cittadini il peso della situazione di crisi attuale. Ci aspettavamo dal Governo qualcosa di diverso, a partire dal disallineamento tra prezzi di luce e gas e risposte concrete sul fronte degli approvvigionamenti di gas, e non certo un decreto che porta il freddo nelle case degli italiani".