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Ripensare la sinistra: i dialoghi urticanti di Domenico De Santis

Arriva in libreria “La sinistra che vota Grillo”, il libro di Domenico De Santis che analizza il nuovo assetto della politica italiana attraverso la voce degli elettori.
A cura di Redazione
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Il risultato elettorale dello scorso 25 febbraio ha consegnato al Paese un quadro politico di stimolante rinnovamento e allo stesso tempo di inquietante incertezza. Quali dinamiche hanno smosso le coscienze degli elettori di centrosinistra contribuendo in maniera decisiva alla messa in discussione di un intero percorso politico? Il volume La sinistra che vota Grillo, scritto da Domenico De Santis e pubblicato dall’editore CaratteriMobili, analizza proprio il netto cambio di rotta che ha avuto come protagonisti il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Due forze dalle forti contrapposizioni metodologiche ma sovrapponibili in molti punti programmatici, tanto che il partito guidato da Beppe Grillo ha rappresentato il naturale approdo per gli insoddisfatti del partito allora guidato da Bersani.

Utilizzando un registro di scrittura che unisce narrazione e analisi socio-politica, ricca aneddotica e dialoghi serrati, De Santis approfondisce lo spostamento di consenso attraverso il confronto diretto con la gente comune. Un pubblico di elettori che in molti casi non riconosce alcuna differenza fra destra e sinistra, ribadendo la propria indignazione verso dinamiche che ai più risultano inefficaci e ingiuste. “In Italia – spiega De Santis – già durante Tangentopoli si iniziò ad insinuare il virus del ‘sono tutti uguali’. Negli ultimi anni si è accentuata questa teoria, da un lato a causa degli scandali giudiziari che hanno colpito figure del centrosinistra come Lusi, Penati, Di Pietro, dall'altro nell’accentuazione di una società divisa tra garantiti e non garantiti. È in questo modo che è caduto il mito della ‘diversità della sinistra’.

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Accanto a questo tema, dal volume viene alla ribalta anche l'irremovibilità di coloro che votano Movimento 5 Stelle, spesso refrattari a mettere in gioco le convinzioni del loro credo politico. Un atteggiamento frutto della radicalità rivoluzionaria delle idee del movimento, ma che si può riscontrare anche tra gli elettori del Pd, di Sel e del Pdl. Attraverso le voci degli intervistati, De Santis dipinge un ritratto della sinistra italiana e di chi per anni l’ha votata, e spesso il risultato è ben poco edificante. “In Italia siamo più tifosi che elettori. Il terreno culturale fra Pd e M5S è simile, il ceppo è lo stesso, dunque i cittadini di sinistra che hanno votato Grillo sono in gran parte pronti a ritornare a supportare la sinistra se saprà rinnovarsi e rigenerarsi. Ma il Movimento è composito, ci trovi l'ambientalista di sinistra e lo xenofobo che odia gay e immigrati, tanto che le componenti di destra e sinistra si equivalgono”.

 

Il libro si concentra poi su un tratto abbastanza marcato in questi ultimi anni di agone politico: l'attaccamento dell'elettorato ai leader più che alle idee. Attraverso le parole del suo autore, La sinistra che vota Grillo presenta un Pd non annodato attorno al suo segretario, ma non per questo favorito da una scelta di dialogo tanto democratico quanto generalista. Un tema che si intreccia ad un'urgenza ormai imprescindibile, quella del ricambio generazionale, elemento più volte sollecitato dalle voci degli intervistati del volume. “Il Pd, nel bene e nel male, è l'unico partito che risponde alla Costituzione italiana e l’unico che non cambia nome e ideologia a seconda del volere del capo-proprietario. Eppure la sua principale problematica è la credibilità della classe dirigente, che ha perso troppe occasioni. Va rigenerata, cambiata. Non si tratta di rottamare, ma servono persone che abbiano una forte credibilità nel presentare il progetto che propongono”.

Si torna dunque alle contraddizioni intrinseche al centrosinistra, spesso contrapposte alla chiarezza di messaggio delle altre forze politiche. Il volume analizza anche questo aspetto, riferendosi esplicitamente alle scelte strategiche del Partito Democratico. “Penso che la comunicazione sia importante – spiega ancora De Santis – ma è più importante ciò che si vuol comunicare. Berlusconi ha detto ai liberi professionisti, ai proprietari di casa e a buona parte dei ricchi: ‘Vi tutelo io tagliando le tasse’. Grillo ha detto: ‘Devono andare tutti a casa, tutti sono responsabili della crisi e dei problemi economici degli italiani’. E il Pd? Ha pensato di essere moderato nei toni, non comprendendo che in Italia la gente è incazzata nera perché non ha lavoro o è sottopagata”.

E in effetti la contrapposizione fra centrosinistra e Movimento 5 Stelle ha svelato in maniera trasparente una situazione politica assai complessa e problematica, in cui un più altro grado di consapevolezza e di coinvolgimento degli elettori può arrivare a rivoluzionare l’assetto socio-politico del nostro Paese. Ne è convinto anche Domenico De Santis, che però precisa: “L'Italia è già cambiata. Siamo passati dal bipolarismo ad un tripartitismo. La politica invece non si è autoriformata. Ora servono le riforme istituzionali, a partire dalla legge elettorale, dalla costituzione di una sola Camera e dal cambiamento del potere agli esecutivi. Ma devono cambiare i volti della politica affinché si possa davvero arrivare alla terza Repubblica. Altrimenti fra dieci anni saremo sempre al punto di partenza”.

                      Michele Casella

Domenico De Santis
Domenico De Santis


Domenico De Santis

La sinistra che vota Grillo

CaratteriMobili editore

82 pagine | 12 euro

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