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Rinviato il rientro a scuola: alle superiori si torna in classe l’11 gennaio

Il decreto legge approvato in nottata dal Consiglio dei ministri rinvia il rientro in classe, per le scuole superiori, dal 7 all’11 gennaio. Dopo uno scontro durissimo nel vertice notturno, il provvedimento prevede un ritorno a scuola per i licei e gli istituti tecnici con la didattica a distanza al 50%.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le scuole superiori riapriranno solamente l’11 gennaio. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge contenente le nuove regole (valide fino al 15 gennaio) e le nuove misure anti-contagio. Non solo il divieto di spostamento tra Regioni e il weekend del 9 e 10 arancione per tutto il territorio nazionale, ma anche il rinvio del rientro in classe per gli studenti delle scuole superiori. Come si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi in piena notte, al termine del Cdm, il decreto interviene anche sull’organizzazione dell’attività didattica delle scuole superiori, con “la previsione della ripresa dell’attività in presenza, per il 50% degli studenti, a partire dal prossimo 11 gennaio”. Didattica a distanza al 50%, quindi, ma solo dall’11 gennaio. Scuole elementari e medie, invece, riprenderanno normalmente – e in presenza – il 7 gennaio.

Scuola, lo scontro in Consiglio dei ministri

In Consiglio dei ministri è andato in scena uno scontro durissimo sulla riapertura delle scuole. Il rientro in classe era previsto per il 7 gennaio, ma alla fine è stata necessaria una mediazione. Il compromesso è: rientro al 50% di didattica in presenza, ma dall’11 e non dal 7 gennaio. Il rinvio del rientro a scuola è stato chiesto soprattutto dal Pd, mentre a opporsi sono stati Movimento 5 Stelle e Italia Viva. Il capodelegazione dem, Dario Franceschini, chiedeva di rientrare in classe solo il 15, alla scadenza del decreto. Ma dopo l’insistenza di M5s e Iv – e uno scontro sulla gestione dei trasporti – si è arrivati alla mediazione del rientro in classe previsto per l’11 gennaio.

Le Regioni in ordine sparso sulla chiusura delle scuole

La decisione è frutto anche della conseguenza di un altro cambio, quello delle soglie per la classificazione delle Regioni a rischio. Con criteri più stringenti, infatti, la possibilità che le scuole venissero aperte in alcuni territori il 7 gennaio per poi richiudere solamente due giorni dopo era tutt’altro che improbabile. Alcune Regioni, infatti, con il monitoraggio di venerdì 8 gennaio da parte dell’Iss potrebbero passare in zona arancione o rossa, il che vuol dire scuole superiori chiuse.

Il governo è stato spinto verso un rinvio anche dalle Regioni di centrodestra, che vogliono rinviare il rientro in classe. Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche hanno già, con ordinanza regionale, deciso di mantenere le scuole chiuse fino al 31 gennaio. Oggi il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, chiederà di ritirare le ordinanze regionali per puntare a una totale uniformità nazionale. Ma non è detto che le sue richieste vengano ascoltate.

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