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Riforme, si procede a rilento. Napolitano: “Paralisi grave danno”

Il Presidente del Senato ammette il voto segreto per parte degli emendamenti: e ora l’opposizione ha un’arma in più per contrastare la riforma.
A cura di Redazione
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UPDATE – Il richiamo di Napolitano: “Paralisi grave”. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nell'incontro con il presidente del Senato Grasso, ha “insistito sul grave danno che recherebbe al prestigio e alla credibilità dell'istituzione parlamentare il prodursi di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale”. È quanto rendono noto fonti del Colle interpellate sull'incontro odierno. Dal Quirinale hanno affermato anche che il presidente del Senato ha illustrato a Napolitano l'andamento dei lavori a palazzo Madama “mettendo in luce le gravi difficoltà rappresentate da un ostruzionismo esasperato tradottosi in un numero abnorme di emendamenti”.

UPDATE – La seduta al Senato è stata sospesa per la convocazione del Parlamento in seduta comune, a Montecitorio, per l'elezione dei due giudici costituzionali e degli otto componenti laici del Csm. La giornata si è conclusa con solo tre votazioni. Bocciati tre emendamenti, tutti riguardanti la circoscrizione degli eletti all'estero. L'Aula tonerà a riunirsi giovedì 24 luglio alle 9,30. Polemico il capogruppo del Pd Luigi Zanda nei confronti della seconda carica dello Stato: “Il presidente Grasso ha parlato di armonizzazione o di altra pratica. Ci dica se dobbiamo procedere con questo ritmo di lavori. Su una questione di questa rilevanza soffermarsi un'ora e mezza ci dice molto sul nostro futuro”.

Dopo l'interminabile fase preliminare, con la presentazione di quasi 8mila emendamenti e la decisione della conferenza dei capigruppo di autorizzare una vera e propria maratona al Senato della Repubblica (con sedute dalle 9,30 del mattino fino alla mezzanotte e sette giorni su sette), è cominciata la votazione degli emendamenti al controverso disegno di legge costituzionale Renzi – Boschi. È subito apparsa evidente, sin dal primo emendamento (del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, schierato contro la riforma), la volontà dell'opposizione di continuare con le pratiche ostruzionistiche, al fine di ritardare l'approvazione della riforma, frutto dell'accordo fra il Partito Democratico (e parte consistente della maggioranza che sostiene l'esecutivo) e Forza Italia.

In tal senso, l'opposizione ha incassato una prima vittoria, con il Presidente Grasso che ha stabilito l'ammissibilità del voto segreto su tutti gli emendamenti che riguardano i diritti delle minoranze e le funzioni delle Camere (del resto, questione disciplinata dal regolamento del Senato), parte consistente dunque dei 920 emendamenti per i quali era stato richiesto il voto non palese. Per il momento, sembra ampia la maggioranza di cui può godere la riforma, ma non sono da escludersi sorprese sui punti più spinosi: in primo luogo sull'elettività del Senato, poi sulla questione dell'immunità e delle preferenze. Punti sui quali sono molti i distinguo, sia all'interno di Forza Italia che dello stesso Partito Democratico, con le due "fronde" che potrebbero fornire voti utili a "mandar sotto" la maggioranza. Resta ovviamente anche l'incognita del numero legale, che potrebbe venir meno in alcuni passaggi: per ovviare a tale prospettiva, fanno sapere fonti interne al Partito democratico, i senatori della maggioranza stanno pensando ad organizzare vere e proprie turnazioni anche per cene e "permessi personali".

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