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Riforma test medicina 2025, al via la discussione alla Camera: le novità in arrivo e cosa cambierà

La riforma per l’accesso a Medicina, voluta dalla Ministra Bernini e ora alla Camera, sembra pronta a rivoluzionare le modalità di accesso alle facoltà medico-sanitarie. Dal 2025-2026 potrebbe infatti sparire il test d’ingresso: al suo posto un primo semestre aperto a tutti con esami selettivi. L’obiettivo sarebbe quello di rendere l’accesso più equo.
A cura di Francesca Moriero
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Il sistema di selezione per accedere ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria è pronto a cambiare volto: dopo anni di polemiche, il tanto discusso test d'ingresso lascia infatti spazio a un nuovo modello di selezione, voluto dal Ministero dell'Università e della Ricerca (Mur). Dopo il via libera del 17 febbraio, la Camera si prepara infatti ora ad approvare la riforma della legge 264/1999 sul numero chiuso promossa dalla ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che punterebbe ora a rendere il processo di accesso più inclusivo e meritocratico, con l'obiettivo di formare più professionisti per il Servizio sanitario nazionale.

Come funzionerà l'ingresso a Medicina: le novità nella riforma

La novità eclatante è che dal prossimo anno accademico 2025-2026, chiunque voglia iscriversi a Medicina potrà farlo liberamente, senza affrontare un test preliminare. L'accesso sarà aperto per tutti al primo semestre, durante il quale gli studenti dovranno sostenere una serie di esami specifici: solo chi otterrà i crediti formativi (Cfu) richiesti e rientrerà nella graduatoria nazionale potrà proseguire con il secondo semestre. Il primo semestre fungerà insomma da vero e proprio periodo di selezione: gli studenti dovranno affrontare esami su materie fondamentali come Biologia, Chimica e Fisica; i risultati di queste prove determineranno così una graduatoria nazionale che stabilirà chi potrà continuare il percorso di studi. Chi non riuscirà a superare la selezione potrà comunque convalidare gli esami sostenuti per iscriversi ad altri corsi di laurea affini.

"Lo studente si prepara, si forma, determina una sua capacità di scelta. Successivamente, si creerà una graduatoria basata su crediti formativi certificati che potranno essere usati anche per materie affini. Prima chi non superava il test era costretto a un turismo universitario forzato costosissimo, magari per rientrare in Italia con modalità non compatibili con la nostra offerta formativa. Queste patologie", ha dichiarato la ministra Anna Maria Bernini, "non esisteranno più: non consentiremo più un mercato clandestino dei test a crocette". E sul numero chiuso ha commentato così: "Come lo abbiamo conosciuto non esisterà più. Abbiamo già aumentato di 30mila posti i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, e continueremo nei prossimi anni. Sui decreti delegati attuativi della riforma correrò tantissimo in modo da darvi il tempo per analizzarli".

Quando entrerà in vigore la riforma

L'obiettivo del governo è quello di far partire la nuova modalità di accesso già dal prossimo anno accademico, nel 2025-2026. Restano però ancora da definire i dettagli sulle modalità di svolgimento degli esami e sulle materie obbligatorie.

Cosa succede se non si supera la selezione

Gli studenti che non rientreranno nella graduatoria avranno due opzioni:

  • Iscriversi nuovamente al primo semestre l'anno successivo per tentare di migliorare il punteggio;
  • Utilizzare i crediti acquisiti per proseguire gli studi in altre facoltà come Biotecnologie, Scienze biologiche o Farmacia.

Quali sono le altre novità della riforma

Il nuovo sistema punterebbe anche a rispondere alla crescente richiesta di medici, rendendo più sostenibile l'intero sistema sanitario. Un'altra novità riguarda poi l'introduzione di percorsi di orientamento già negli ultimi anni delle scuole superiori: gli studenti potranno così iniziare a prepararsi in anticipo, con corsi specifici che li aiuteranno ad affrontare meglio le materie del primo semestre.

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