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Riforma scuola, Camusso: “Privilegia ricchi e non permette assunzioni”

Il segretario Cgil contro la ‘buona scuola’ di Renzi: “Le risorse vanno a chi primeggia. A Scampia o allo Zen di Palermo cosa succederà?”. Domani si protesta in sei grandi città italiane.
A cura di Biagio Chiariello
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A meno 24 ore dallo sciopero generale nazionale della scuola indetto unitariamente, dopo 7 anni dall'ultimo, dalle più importanti parti sociali del comparto: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, Susanna Camusso, segretario del principale sindacato italiano, spiega le ragioni della protesta in un'intervista a Repubblica: "Il governo non è nelle condizioni di fare le assunzioni per l'inizio dell'anno. E ha posto criteri assai discutibili che dividono in modo arbitrario i precari". Secondo la leader Cgil "questa è una riforma che lede il diritto costituzionale della libertà di insegnamento, che affida a un singolo la totale discrezionalità su chi debba insegnare o meno. È una scuola elitaria, non di tutti. Le risorse che ci sono, peraltro scarse, vanno a chi primeggia, e delle scuole di Scampìa o dello Zen di Palermo che ne facciamo?". Sull'ipotesi di impegnarsi in prima persona per dar vita a una nuova sinistra, "sarebbe un errore confondere i ruoli, ma sono convinta che ci sia un grande bisogno di sinistra", spiega Camusso. "Ci vorrebbe un partito di sinistra".

La replica di Renzi

“So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola e sono pronto a incontrare chiunque, ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l'Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo". Matteo Renzi ha risposto così alle polemiche. "Cari democratici, prendiamoci un impegno: non ci fermeremo a cento metri dal traguardo. Taglieremo il traguardo sulla legge elettorale, le riforme, sulla necessità di dare più soldi alla scuola pubblica e lo faremo senza dare a nessuno il diritto con un fischio di bloccarci", dice il premier.

Riforma scuola, le proteste nelle città italiane

Domani, 5 maggio, non è prevista una manifestazione nazionale, ma sei cortei distinti in altrettante città italiane nelle quali si raduneranno i manifestanti delle regioni limitrofe. Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma vedranno sfilare insegnanti, personale ausiliario, tecnico e amministrativo (Ata) e studenti, anche universitari.

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