Il dibattito sulla mozione di fiducia al Governo Berlusconi IV previsto per martedì 14 dicembre ha di fatto stravolto la fittissima agenda parlamentare. Infatti, la conferenza dei capigruppo ha deciso di far slittare a dopo il fatidico "giorno del giudizio" gli esami di alcune questioni anche di una certa rilevanza. Slittano così sia la mozione di sfiducia individuale presentata dal Partito Democratico nei confronti del Ministro della Cultura Sandro Bondi, sia l'analisi del "ritiro delle deleghe" al Ministro Roberto Calderoli, ma soprattutto la discussione al Senato della Repubblica della tanto discussa "Riforma Gelmini".
Infatti la calendarizzazione della discussione del ddl Gelmini sarà decisa dalla conferenza dei capigruppo che si terrà proprio il 14 dicembre, dopo che l'opposizione ha manifestato un parere contrario alla proposta del pidiellino Maurizio Gasparri di approvare la riforma entro la prossima settimana. Ovviamente grande soddisfazione fra le fila delle opposizioni, con Anna Finocchiaro che fa notare come dunque la Riforma verrà discussa solo "ammesso che il governo sia ancora nelle sue funzioni", trovando in questo il supporto di Futuro e Libertà che, per bocca del deputato Fabio Granata, sottolinea come "la decisione di rinviare la riforma universitaria a dopo il 14 dicembre è una buona notizia".
Fiduciosa nonostante il brusco rallentamento Mariastella Gelmini, che è convinta che "il 14 dicembre il governo Berlusconi incasserà la fiducia del Parlamento e il ddl diventerà legge entro l'anno", malgrado una opposizione che "per motivi di pura propaganda politica, mette a rischio provvedimenti urgenti e indispensabili per l'università italiana".