Riforma fiscale, via libera del Senato al ddl delega: come cambieranno le tasse
Via libera dall'Aula del Senato al ddl di delega al governo per la riforma fiscale. Il testo era già stato approvato dalla Camera circa tre settimane fa, e ora tornerà a Montecitorio per l'approvazione definitiva dopo che sono stati fatti alcuni emendamenti. Ci sono stati 110 voti favorevoli: oltre al centrodestra, anche Italia viva ha supportato il ddl. I contrari sono stati 60, nessun astenuto. Alla Camera ci sarà la terza lettura, questa volta probabilmente senza più modifiche: l'obiettivo del centrodestra è completare l'approvazione prima che il Parlamento chiuda per la pausa estiva dei lavori.
Cosa c'è nella delega fiscale, dalla riforma Irpef alle tasse ridotte sulla tredicesima
La delega fiscale è molto ampia, e dato che non si tratta di una riforma già completata, ma solo della delega al governo – che avrà due anni per mettere in atto la riforma vera e propria – molti dettagli non sono ancora definiti. Tra i contenuti principali c'è ad esempio l'intenzione di abbassare le tasse sulla tredicesima e gli straordinari dei dipendenti, mettendo da parte l'ipotesi di flat tax incrementale. Ma si parla anche di riordinare le tasse sulle automobili, di superare l'Irap, di dividere in rate il pagamento gli acconti e saldi dell'Irpef.
Ha fatto discutere la decisione di rendere più efficiente il prelievo forzoso dai conti corrente di chi evade. Per le aziende, invece, si vuole creare un concordato che permetterà alle grandi imprese di fare un accordo con il Fisco, decidere in anticipo quante tasse pagare ed evitare controlli per un periodo di due anni.
C'è poi l'attesa riforma dell'Irpef: il passaggio a tre aliquote favorirà sicuramente i redditi alti, ma dato che non sono ancora stati decisi i dettagli non è chiaro se chi ha un reddito basso ci guadagnerà o meno. L'obiettivo dichiarato del governo è di arrivare a una flat tax con aliquota unica, nonostante sia in Italia che in campo internazionale siano arrivate moltissime bocciature dell'idea.
Pd e M5s duri contro il ddl, Italia viva vota a favore
"La delega fiscale del governo Meloni è una grande occasione perduta, le tante promesse di questo provvedimento sono destinate a rimanere lettera morta", ha detto Antonio Misiani, senatore Pd e responsabile economico del partito. Per Misiani, al Senato sono arrivati "emendamenti che indeboliscono la lotta all'evasione fiscale e favoriscono i contribuenti infedeli. Quanto alle tante ambizioni della delega, dall'abolizione dell'Irap fino al taglio di numerosi altri tributi, in gran parte non avranno seguito concreto: l'economia italiana si sta fermando. Le nozze non si fanno con i fichi secchi: la verità è che questa delega è una scatola vuota", conclude il senatore dem
Per il M5s Mario Turco, vicepresidente del partito, ha commentato che "la progressività diventa sempre più un miraggio e finisce per essere applicata solo ai lavoratori dipendenti e pensionati, i soli che oramai sostengono il gettito Irpef". Non solo ma la pressione fiscale "non si riduce neanche di un euro. Sarete costretti a tagliare lo stato sociale, come peraltro avete già fatto in legge di bilancio".
A favore della proposta si è schierato Italia viva, di Matteo Renzi. La senatrice Raffaella Paita ha detto che si tratta di "un atto di fiducia" e che la delega "ha qualche ombra ma anche tante luci". In autunno "l'esecutivo Meloni dovrà arrivare con risposte serie, con un occhio di riguardo al recupero del potere d'acquisto degli italiani e in particolare del ceto medio".
Il leghista Stefano Borghesi ha esultato affermando che con il ddl delega "apriamo a un nuovo sistema fiscale", con "meno tasse per le imprese" e "la razionalizzazione delle aliquote Irpef". Un "fisco vicino ai cittadini". Parole simili a quelle di Claudio Lotito (Forza Italia): "Una riforma che noi di Forza Italia votiamo convintamente e che dedichiamo al Presidente Silvio Berlusconi", con un vero e proprio "cambio di paradigma, nell'idea che lo Stato possa attuare accordi preventivi con i contribuenti, sulla base dei quali programmare l'imposizione fiscale". Per Fratelli d'Italia è intervenuto il senatore Giorgio Salvitti: "Si instaura un nuovo rapporto tra contribuente e fisco. Potremmo sintetizzare con una formula: il fisco non ti convoca ma viene a casa tua. Qualcosa che è stata sempre agognata negli ultimi cinquant'anni ma mai attuata".