Riforma fiscale, niente multe per le grandi aziende se collaborano con l’Agenzia delle Entrate
Sta per entrare in vigore una nuova parte della riforma fiscale voluta dal governo Meloni. Dopo il concordato biennale preventivo che dà a piccole aziende e partite Iva di evitare controlli del Fisco per due anni (estendibili fino a quattro) se si mettono d'accordo sulle tasse da pagare, il Consiglio dei ministri oggi si riunirà per approvare altri due decreti legislativi. Tra questi c'è l'espansione della "cooperative compliance", o adempimento collaborativo. Si tratta di un meccanismo che permette di ridurre le sanzioni, e in molti casi di cancellarle del tutto, se un'azienda aderisce e ha un suo sistema di rilevazione e controllo del rischio fiscale.
Il sistema dell'adempimento collaborativo esiste già, in Italia. Al momento, possono partecipare le imprese che hanno un volume di affari o di ricavi di almeno un miliardo di euro, anche se l'intenzione del governo è di abbassare parecchio questa soglia: dal 2024 il regime a 750 milioni di euro, dal 2026 la soglia a 500 milioni e infine dal 2028 a 100 milioni. Così, molte più aziende potranno partecipare. L'impresa deve essere dotata di un "sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale", cioè per valutare se rischia di infrangere le norme fiscali.
Questo sistema, con le nuove regole, dovrà fare una "mappatura dei rischi fiscali relativi ai processi aziendali". In pratica dovrà essere un documento che mostra che l'azienda sa in quali settori rischia di infrangere le norme sul fisco. A certificare questo sistema dovranno essere "professionisti indipendenti", avvocati o commercialisti ed esperti contabili. L'Agenzia delle Entrate, con una specifica circolare, darà le linee guida per chiarire come deve essere strutturato il sistema di rilevazione interno all'azienda.
Qual è il vantaggio di dotarsi di tutto questo sistema, per l'impresa? L'idea è creare un "rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente", tramite una "interlocuzione costante e preventiva", come spiegato anche dal Fisco sul suo sito. Perciò, le misure diventano più morbide. Ad esempio si anticipano i controlli fiscali, per valutare insieme le "situazioni suscettibili di generare rischi fiscali".
Anche nei casi in cui questi rischi fiscali si concretizzano, e quindi ci sono delle vere e proprie violazioni, le multe vengono ridotte. Al momento la norma dice che le sanzioni devono essere dimezzate, e comunque non essere più alte del minimo previsto per legge. Invece il decreto del governo Meloni aumenta ancora di più la ricompensa: le multe sono cancellate se l'azienda ha avvisato l'Agenzia delle Entrate che c'erano dei rischi fiscali, in modo "tempestivo ed esauriente".
L'unico caso in cui resta la multa è se c'è stata una vera e propria truffa, con comportamenti "simulatori o fraudolenti", oppure se non è stata fatta la comunicazione al Fisco per far sapere che c'erano dei rischi. In quest'ultimo caso però la sanzione resta dimezzata e comunque non superiore al minimo per legge, se il rischio fiscale era "non significativo".