Riforma fiscale 2023, cosa si è deciso sulla flat tax nella legge delega
Ieri sera il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega di riforma del fisco, avviando un percorso che entro 24 mesi dovrà portare all'approvazione dei decreti attuativi di modifica del sistema di tassazione. Nel testo c'è "l'introduzione anche per i lavoratori dipendenti, come abbiamo fatto per gli autonomi, di una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario rispetto agli anni o all'anno precedente", ha spiegato oggi la premier Meloni Giorgia Meloni intervenendo al congresso Cgil a Rimini.
La novità principale, contenuta nel disegno di legge con cui il governo chiede al Parlamento la delega per riformare il sistema fiscale, è la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef (Nel testo però le tre aliquote non sono indicate) con l'obiettivo di arrivare entro la legislatura alla flat tax, la tassa piatta con una sola aliquota a prescindere dal reddito, che riguarderà tutti, autonomi, dipendenti e pensionati. Del resto l'innalzamento a 85mila euro della soglia per la flat tax degli autonomi introdotta con l'ultima legge di bilancio andava verso questa direzione.
Quello di cui si parla in modo esplicito nel provvedimento è invece una flat tax "incrementale" anche per i lavoratori dipendenti, una misura che era stata già introdotta nella manovra, per ora limitata alle partite Iva: si tratta di un'aliquota agevolata per gli incrementi di reddito rispetto al reddito più elevato dei tre anni precedenti. "Con la riforma fiscale ci diamo una serie di obiettivi: una riduzione progressiva delle aliquote Irpef, l'introduzione anche per i lavoratori dipendenti di una tassa piatta", inoltre "vogliamo abbassare progressivamente l'Ires per chi investe e assume a tempo indeterminato in Italia", ha ribadito oggi Meloni.
Come funziona la flat tax incrementale
La flat tax che arriverà subito riguarda i lavoratori dipendenti che otterranno aumenti delle proprie retribuzioni. Funziona così: si prenderà in considerazione il reddito dell'ultimo anno e lo si confronterà con quello più alto nel triennio precedente. Se l'ultimo reddito risulta superiore, sulla differenza si applicherà la tassa piatta. Nella delega però non si specifica l'aliquota che verrà applicata, saranno successivamente i decreti attuativi a stabilirlo. Ma è probabile che il programma sia quello di applicare il prelievo già previsto per i lavoratori autonomi, ovvero il 15%.
Le altre novità della legge delega per la riforma fiscale
Nel testo c'è una novità che riguarda le imprese, che potranno ottenere una tassazione più bassa con una riduzione dell'aliquota Ires (Imposta per enti e società) dall'attuale 24% probabilmente al 15%. Saranno interessate quelle imprese che nei due anni precedenti hanno impiegato il loro reddito per investimenti, "con particolare riferimento a quelli qualificati", e per assumere personale. La riduzione dell’aliquota, spiega la relazione illustrativa che accompagna il provvedimento, ha lo scopo di favorire la competitività delle imprese e rendere più attrattivo il sistema Paese.
Per quanto riguarda l'Iva invece la nota di Palazzo Chigi segnala "la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote" e "la revisione della disciplina della detrazione". La novità è che, oltre all'aliquota ordinaria del 22%, a quelle ridotte del 10 e del 5%, e a quella minima del 4%, potrà essere introdotta su alcuni beni e servizi essenziali anche la cosiddetta ‘aliquota zero', cioè un'esenzione dall'Iva con diritto alla detrazione. Per quanto riguarda le aliquote non inferiori al 5 per cento, il trattamento agevolato potrà riguardare al massimo 24 beni o servizi. Sotto il 5% invece potranno essere indicati soltanto sette prodotti.