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Riforma della Giustizia, Anm contro il Governo: “Deludente ed inefficace”

I magistrati bocciano il piano del Governo: “Siamo delusi, norme punitive che seguono logiche del passato”.
A cura di Redazione
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La riforma della giustizia, presentata il 29 agosto nelle sue linee guida (il giorno del "gelato", per capirci) costituisce uno dei motivi di "vanto" del Governo guidato da Matteo Renzi. Lo stesso Presidente del Consiglio, nel suo intervento di domenica alla Festa de L'Unità di Bologna, ha enfatizzato il valore di una riforma che "dimezza i tempi dei processi civili, snellisce la burocrazia", introducendo anche una forma (mediata) di responsabilità civile per i magistrati e riportando nell'ordinamento i reati di autoriciclaggio e falso in bilancio. Una proposta, della quale per ora conosciamo solo le linee guida, che è però stata duramente critica dall'associazione nazionale magistrati.

Nella lettura dell'Anm, infatti, si tratta di una riforma deludente, che è frutto di logiche punitive del passato e che presenta interventi di scarso respiro che non apporteranno miglioramenti significativi. Si legge in una nota: "Le notizie finora diffuse sulla riforma della giustizia non possono che suscitare delusione […] Gli interventi non toccano il tema centrale delle risorse, quello che condiziona in larga misura l'efficienza della macchina giudiziaria e sono certamente destinati a produrre risultati assai inferiori alle attese". Mancherebbe a detta dei magistrati un riconoscimento adeguato al fatto che "solo l'impegno straordinario dei magistrati e del personale di cancelleria ha potuto contenere i danni peggiori e perfino ridurre in molti casi l'arretrato, grazie a una produttività eccezionale". Mentre contemporaneamente non mancherebbero provvedimenti di carattere "punitivo", sia per quel che concerne la responsabilità civile, che per la "riduzione delle ferie" che verrebbe inserita in un decreto legge a efficacia differita, "un grave insulto […] quando altre riforme ben più urgenti sono incerte o rimandate al disegno di legge o addirittura alla legge delega".

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