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Riforma della Costituzione: Lega e Sel ritirano emendamenti, si vota il 13/10

Lega Nord e Sinistra Ecologia e Libertà ritirano buona parte degli emendamenti all’articolo 1 del ddl Renzi – Boschi. Il voto finale del Senato sulla riforma della Costituzione è dunque previsto per il 13 ottobre.
A cura di Redazione
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A partire dal prossimo mercoledì l’Aula del Senato comincerà a votare sugli emendamenti al disegno di legge Renzi – Boschi di riforma della Costituzione, con l’illustrazione che comincerà martedì 29 settembre e andrà avanti anche per tutta la notte; il voto finale sul provvedimento ci sarà il 13 ottobre (non l’8 come chiesto dal PD), così come deliberato dall’assemblea dei capigruppo. A comunicarlo è stato il Presidente del Senato Grasso, che è finito immediatamente al centro delle polemiche, con le opposizioni (Lega e M5S) che lo hanno accusato di aver utilizzato la “ghigliottina” tagliando così la discussione in Aula (Sel ha invece riconosciuto a Grasso l'impegno per garantire altri giorni di discussione).

Va detto che poco prima della decisione della capigruppo, le opposizioni avevano compiuto un gesto “distensivo”, ritirando gli emendamenti ostruzionistici e lasciando solo quelli di merito: Sel aveva lasciato solo 1200 dei circa 62mila emendamenti presentati, mentre la Lega Nord aveva ritirato 11 milioni di proposte di modifica (in gran parte quelle all’articolo 1 del ddl). Un gesto che in qualche modo aveva fatto rientrare lo scontro con il Presidente Grasso, che qualche ora prima si era detto determinato a “non consentire che sia bloccata l’Aula”, spiegando di ritenere la valanga di emendamenti presentata “uno schiaffo alla dignità delle istituzioni”.

In Aula ha parlato anche il ministro Boschi, che ha spiegato come la volontà del Governo resti quella di “andare fino in fondo”, attaccando: “Fino all'ultimo non lasceremo nulla di intentato, non possiamo accettare veti da nessuno perché questa è la volta decisiva e sappiamo che la credibilità internazionale passa anche per le riforme”. Poi un appello ai senatori: “A voi la scelta se far restare il Paese ancorato al passato o accompagnarlo verso il futuro”.

Durissime le repliche in casa 5 Stelle:

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