video suggerito
video suggerito

Riforma del Senato, intesa vicina tra Fi e Pd

Dopo gli incontri con Romani e Quagliariello, il ministro Boschi è pronta a tirare le somme sulla riforma del Senato: accordo vicino, ma restano le perplessità su composizione e funzioni.
A cura di Redazione
202 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Nella giornata in cui il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto ufficialmente all'invito di Beppe Grillo sulla discussione della legge elettorale, il ministro Boschi porta a casa un doppio risultato dalle "consultazioni" con Quagliariello e Romani sulle riforme costituzionali. Dopo la confusione delle ultime settimane, con la "ribellione" della minoranza del Pd (sedata con l'epurazione di Chiti e Mineo dalle Commissioni) e dopo l'iniziativa di Silvio Berlusconi (che aveva rilanciato sul presidenzialismo, ribadendo la contrarietà netta ad un Senato che si configuri "come dopolavoro di Sindaci e consiglieri regionali"), in effetti vi era più di un dubbio sulla possibilità di chiudere in tempi ragionevoli la riforma del Senato, tappa centrale nel percorso di ristrutturazione dell'architettura istituzionale del Governo.

Invece, proprio gli incontri di questi giorni (che hanno visto impegnata anche la relatrice del provvedimento Anna Finocchiaro) sembrano aver contribuito a sbloccare la situazione e, sia in casa Forza Italia che in quella PD, c'è grande ottimismo sulla possibilità di trovare una nuova e duratura intesa. Dunque, dall'incontro tra Boschi e Romani sarebbe emersa la possibilità di chiudere un accordo intorno alle architravi del "patto del Nazareno", con qualche correzione giudicata necessaria. Dovrebbero essere 100 dunque i membri del nuovo Senato, con una componente minima di nomina quirinalizia (5 al massimo), con la presenza di una quota di Sindaci e con la partecipazione dei Governatori delle Regioni: gli altri senatori sarebbero dunque scelti dai consigli regionali. Resterebbe, quindi, il no all'elezione diretta dei senatori, mentre la camera così costituita dovrebbe occuparsi, stando a quanto ricostruisce La Stampa, di fare "da raccordo tra lo Stato e le autonomie, seguirà leggi europee e trattati internazionali, leggi costituzionali ed elettorali, referendum, attività della pubblica amministrazione e parteciperebbe all’elezione di Capo dello Stato, Csm e Corte costituzionale".

202 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views