Riforma del lavoro, tra Governo e maggioranza accordo sull’art.18
Dopo una lunga riunione terminata ieri notte il Governo ha messo finalmente la parola fine alle dispute che da diverse settimane animano i partiti di maggioranza sulla riforma del lavoro. Accordo raggiunto tra Monti e i leader di Pdl, Pd e Terzo Polo lo conferma una breve nota di Palazzo Chigi che senza spiegare i dettagli assicura che la discussione con Alfano, Bersani e Casini ha avuto esito positivo. Tutte le forze politiche che appoggiano il Governo hanno promesso di impegnarsi "per un iter di approvazione efficace e tempestivo della riforma del lavoro in Parlamento".
Scongiurato dunque il pericolo di andare al voto in Aula senza la certezza dell'appoggio di tutti, che rischiava di rompere definitivamente il ritrovato dialogo tra i partiti. Conferme precise sui termini dell'accordo non ve ne sono, ma indiscrezioni parlano di un compromesso tra le pretese del Pd sulle modifiche all'articolo 18 e le osservazioni del Pdl. Il nodo centrale dei licenziamenti per motivi economici dovrebbe rimanere in sostanza inalterato, anche se dovrebbe essere introdotta una clausola che permette al giudice di decidere per il reintegro in caso di evidente infondatezza delle motivazioni economiche. Per quanto riguarda invece licenziamenti disciplinari, nel caso non sussistano le condizioni il giudice oltre ad annullare il licenziamento potrà decidere di prevedere sia il reintegro che il risarcimento dei danni al lavoratore.
Solo limature secondo il Ministro Fornero, che ha partecipato al lungo incontro insieme al Premier Monti, al Vice Ministro Vittorio Grilli e al Sottosegretario Antonio Catricalà. Limature però sostanziali visto che Bersani aveva posto la questione dell'articolo 18 come indispensabile per il voto favorevole del Pd sul disegno di legge della riforma del lavoro. Aggiustamenti che dovrebbero riguardare anche alcune forme di flessibilità in entrata su cui il Pdl aveva chiesto dei correttivi per una minore stretta. Il nuovo testo del disegno di leggesulla riforma del lavoro con le nuove correzioni probabilmente sarà presentato già in giornata al Quirinale per la firma del Presidente della Repubblica per poi essere presentato in Parlamento per l'esame definitivo.