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Riforma del Fisco senza copertura: dalla Corte dei conti arriva una secca bocciatura

La magistratura contabile critica i mezzi di copertura e i contenuti del progetto riformatore. Il Presidente Luigi Giampaolino: “Non bisogna insistere su lavoro e imprese”.
A cura di Alfonso Biondi
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La Corte dei conti ha bocciato il ddl delega al governo per la riforma fiscale e assistenziale: non c'è copertura finanziaria. E il perché è presto detto: parte delle entrate sono state usate nel decreto di agosto. Il Presidente della magistratura contabile Luigi Giampaolino, nel corso di un'audizione alla commissione Finanze della Camera, ha sottolineato che il progetto riformatore "risulta ormai spiazzato dagli eventi che hanno riportato in primo piano le esigenze di rigore"; per questo motivo, considerando anche i problemi legati alla copertura, bisognerebbe impegnarsi ad "esplorare fonti di gettito nuove, in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese".

La proposta di Giampaolino, in parole povere, è quella di tassare beni personali e reali, e allo stesso tempo non calcare la mano sui tagli lineari alle agevolazioni fiscali che potrebbero comportare degli effetti recessivi. "C'è la consapevolezza che la strada di una riduzione della spesa sociale risulta difficile e rischia di produrre effetti non diversi da quelli derivanti da un prelievo eccessivo e distorto" ha ammonito il Presidente della magistratura contabile, evidenziando la necessità di non colpire "il lavoro e le imprese".

La diffidenza dei magistrati della Corte dei conti risulta quindi legata non solo alla pur importante copertura finanziaria (i mezzi di copertura indicati dal governo vengono definiti "incerti, limitati e talora superati dagli eventi") ma anche ai contenuti, che in alcuni frangenti vengono definiti come eccessivamente indeterminati e generici. Se poi aggiungiamo le incertezze legate alle "decisioni assunte d'urgenza per fronteggiare le recenti turbolenze economiche" e il difficile coordinamento con il federalismo fiscale, i cui decreti delegati sono in una complicata fase applicativa, ecco che lo spazio per portare a termine la riforma fiscale diventa davvero strettissimo. Ora non resta che aspettare una replica dal mondo politico.

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