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Riforma del fisco, perché si è scatenata la rissa in commissione Finanze

Ieri in Commissione Finanza è scoppiata la rissa dopo che il presidente Marattin ha sospeso i lavori: al centro della querelle i punti controversi su cui si scontrano centrodestra e centrosinistra.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Si è scatenato l’inferno". Sintetizza così quanto accaduto in Commissione Finanze il deputato di Forza Italia Sesto Giacomoni, pubblicando sui suoi profili social il video della rissa che si è scatenata tra i parlamentari. Urla, spinte, microfoni gettati. Tutto nasce dalla riforma del fisco, con la delega assegnata al governo il cui testo dovrebbe approdare in aula a Montecitorio il prossimo 19 aprile. Sempre che si trovi una quadra, perché su vari punti centrodestra e centrosinistra sembrano ancora litigare, anche animatamente, come dimostra questo episodio.

Giacomoni ha raccontato su Instagram che subito dopo il suo intervento, che poneva alcuni problemi sul testo, il presidente della Commissione Luigi Marattin (di Italia Viva), notando la confusione in aula, ha sospeso i lavori. In ballo, però, c'era anche l'emendamento della Lega che prevede l’esenzione Imu per le case inagibili o occupate abusivamente. A quel punto si sono scaldati gli animi, con i primi insulti e il lancio di fogli. Tra i deputati, dal video di Giacomoni, i più veementi sembrano Marco Osnato di Fratelli d’Italia e Alessio Villarosa del gruppo Misto. Marattin ha cercato di placare gli animi e la sottosegretaria all'Economia di LeU Maria Cecilia Guerra è rimasta seduta al suo posto, accanto alla bagarre, quasi impassibile.

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Su tutte le furie il Carroccio, che in una nota si dice convinta che "dinanzi a un’evidente difficoltà di Pd e M5S di votare contro una proposta di buonsenso, e forse non avendo neanche i numeri, Marattin ha addotto come scusa la troppa confusione in commissione: tutto ciò è inaccettabile". Il presidente della Commissione, poi, ha convocato l’ufficio di presidenza della Commissione Finanze, ma le tensioni non si sono placate. "Ho avvertito i vertici del governo – ha spiegato subito dopo- serve un chiarimento politico".

"Nella fruttuosa dialettica in commissione VI– sintetizza alla fine l'esponente della Lega Claudio Borghi su Twitter- le vittime sono state per ora un microfono lanciato, un fascicolo lanciato, la campanella del presidente lanciata".

Riforma del fisco, i punti su cui litiga la maggioranza

Diversi sono i punti della riforma del fisco su cui la maggioranza non trova un accordo. Il più controverso è quello della riformulazione dell’articolo 2 che crea, in via transitoria, due aliquote sui redditi da capitale. Secondo il centrodestra i decreti attuativi potrebbero porre le due soglie al 15% e al 26%, creando un aumento di tasse sugli affitti delle case e sui Bot (il cui prelievo è ora al 12,5%). La destra, poi, vorrebbe che indicazioni parlamentari sui decreti attuativi vincolanti per l'esecutivo, ma il premier Draghi e il ministro dell'Economia Franco sono contrari. A tutto ciò si aggiunge la questione catasto, ancora non risolta e che mette in contrapposizione in particolare PD e Lega.

Per il resto la bozza di riforma al momento prevede: il superamento graduale dell'Irap (la tassa sulle attività produttive tanto osteggiata dalle imprese); l'anticipazione delle detrazioni Irpef sulle spese sanitarie;  uno "scivolo" con flat tax di poco superiore al 15% alle partite Iva con reddito tra 65mila e 100mila euro e la semplificazione del sistema tributario, con sanzioni amministrative più leggere.

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