Ore 17:30 – Il Senato ha approvato la riforma della Costituzione con 179 sì. Ora sarà la Camera a esprimersi.
Ricordiamo che le opposizioni, con qualche eccezione, hanno scelto di non partecipare al voto, in segno di protesta con il metodo utilizzato dalla maggioranza e in parte contro la gestione dell'Aula da parte della Presidenza. Segnaliamo anche che Grasso ha immediatamente sospeso la seduta e convocato la riunione dei capigruppo: sul tavolo la calendarizzazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili, prima dell'avvio della sessione di bilancio (15 ottobre).
Intanto, Matteo Renzi commenta su twitter la giornata odierna:
E gli altri politici a ruota:
Ore 17:00 – Dopo i ringraziamenti del ministro Boschi, è il momento degli interventi in dissenso al gruppo. Il senatore del PD Tocci non voterà la riforma: "Ho fatto un sogno, Matteo Renzi in Aula a dire che avrebbe abolito il Senato e dimezzato il numero dei parlamentari…". Anche Casson e Mineo non voteranno la riforma Renzi – Boschi. Riccardo Villari, di Forza Italia, voterà invece a favore.
Ore 16:40 – Parla il capogruppo del PD Zanda, che parte dal ringraziamento nei confronti dei suoi colleghi della maggioranza e da un affondo nei confronti di quella parte della minoranza che "continua a ignorare le regole della politica". Nel merito della riforma, spiega: "Il Senato avrà funzioni rilevanti, anche nel raccordo con Regioni e Unione Europea; ma costituirà anche un'occasione politica, quella di affrontare con armi adeguate una questione spinosa come quella meridionale". Nella lettura del capogruppo PD, "il partito arriva compatto al voto, i nostri senatori non hanno paura di confrontarsi tra di loro, la nostra unità rende possibile questa stagione di riforme. E le riforme ci hanno rimesso in moto, perché sono la nostra buona strada e non dobbiamo interromperla".
Ore 16:30 – Romani, di Forza Italia, parla di "svolta storica che avrebbe meritato ben altra tensione morale"e ribadisce: "Era tempo di cambiare, ma non così". Il capogruppo di Forza Italia, che ha votato le riforme con la maggioranza nella prima lettura, spiega poi i motivi della loro contrarietà: "Il combinato disposto con la legge elettorale crea una situazione assurda e fa gioco ai calcoli di una sola forza politica; la riforma approvata in prima lettura rispettava gli obiettivi prefissati, ma questa versione è confusa, inutile e dannosa e intacca le fondamenta della nostra architettura costituzionale. E la responsabilità è tutta del dibattito interno al PD, con Renzi e la minoranza che stanno celebrando un congresso interno sulla pelle delle istituzioni". La scelta di Forza Italia sarà quella di non partecipare al voto della riforma.
Ore 16:20 – Interviene il senatore del M5S Castaldi (il gruppo era uscito dall'Aula durante l'intervento di Napolitano): "Questa legge è solo vostra, scritta da un Parlamento illegittimo, è uno stravolgimento della Costituzione". Poi l’affondo: “Avete distrutto la nostra forma di Governo con ripetute violazioni del Regolamento e infimi espedienti; avete bloccato l’esercizio della sovranità popolare con mercimoni, scambi e trasformismi, solo per ingraziarvi il signor Renzi, prediletto di Napolitano, che ha redatto il ddl che vi approvate oggi”. E l'attacco a Grasso: "Lei non voleva essere il boia della Costituzione, ma è stato il suo aiutante. Gli assassini sono stati quelli del PD, che hanno demolito la Costituzione. Ma noi diciamo no a chi si è impossessato illegittimamente del Paese, per rendere chiaro a tutti che questo monstrum costituzionale è solo e soltanto vostra e porterà la firma di Renzi, Verdini, Boschi, di lei signor presidente e dei simulatori sessuali. Avete avuto il coraggio di far diventare Verdini un padre costituente. Ora mi rivolgo ai cittadini con parole guerriere e di speranza: il Paese è in macerie, ma una via c'è e siamo noi, che riscriveremo la storia di questo Paese".
Ore 16:10 – L'ok del Nuovo Centro Destra – Area Popolare arriva dopo l'intervento dell'ex ministro Quagliariello: "Delle riforme si parla da 30 anni almeno, ora siamo andati avanti passo dopo passo, con l'aggiustamento del nuovo Titolo V, la razionalizzazione del processo legislativo, l'elezione dei senatori. E lo abbiamo fatto con un lavoro instancabile che ci fa dire convintamente sì a questa riforma".
Ore 16:00 – Parla anche Giorgio Napolitano, subito contestato da alcuni senatori del M5S: "Il mio voto favorevole su questa legge è legato a lungamente motivate convinzioni in tema di riforma costituzionale. […] Il processo riformatore si è rimesso in moto grazie al Governo Letta, con l'ausilio di una commissione di studiosi di alto livello, e poi è stato rilanciato da questo Governo. Ai cittadini interessa la sostanza degli obiettivi perseguiti e dei cambiamenti che si avviano ad essere introdotti con questa riforma. È un fatto che ci si avvia a superare i vizi del bicameralismo paritario e la sempre più grave assenza di linearità e certezze nel processo legislativo".
Ore 15:50 – Prende la parola il senatore Mazzoni, per il gruppo dei verdiniani (ALA): "Non faremo mancare i nostri voti nei prossimi passaggi parlamentari, perché è meglio una riforma imperfetta che nessuna riforma. Non c'è nessuna deriva autoritaria e nessun deficit di rappresentanza".
Ore 15:35 – Prende la parola Roberto Calderoli, che parla subito di "censura sovietica" per la diretta televisiva delle dichiarazioni di voto in un giorno feriale in pieno orario lavorativo. "Le uniche notizie che sono uscite sono del clima da corrida che c'è in quest'Aula", prosegue Calderoli, "oggi il popolo ha ragione a pensare di volerci mandare a casa"; poi l'affondo: "Con questa riforma muore la democrazia, si creano le condizioni per una monarchia capitanata da Renzi. Il padre di questa riforma è Napolitano, che ha già creato 3 Governi non eletti dal popolo e ora ha ottenuto una normetta per salvaguardare i suoi privilegi di senatore a vita". "Questa che approviamo oggi", ha concluso Calderoli, "è la Costituzione di Gelli e di Davide Serra, il finanziere. E per approvarla avete truccato il mazzo, facendo dichiarare irricevibili milioni di emendamenti, inammissibili gli altri, cangurando il resto […] Questa riforma è un imbroglio, la battaglia è solo agli inizi e la faremo al referendum". Poi l'annuncio della non partecipazione al voto della Lega Nord, con i leghisti che abbandoneranno l'Aula Costituzione alla mano.
Ore 15:20 – La Bonfrisco (Conservatori e Riformisti) spiega il perché dell’opposizione del gruppo fittiano: “Noi vi critichiamo perché avete fatto male, senza aprirvi al dialogo con la minoranza. Vi state facendo la vostra Costituzione, pensando solo ai rapporti interni alla maggioranza”.
Ore 15:10 – Cominciano le dichiarazioni di voto sul disegno di legge di revisione della Costituzione. Dopo gli interventi di Repetti e Bisinella, la senatrice De Petris ha ribadito i motivi della contrarietà di Sinistra Ecologia e Libertà, che uscirà dall’Aula senza partecipare al voto: “Il Parlamento assumerà funzione ancellare rispetto all’esecutivo. Ora darete più potere al potere e meno ai cittadini, siamo già nella post democrazia. Da Renzi solo facile propaganda sulla riforma del Senato, che sarà ridotto ai minimi termini senza ruolo né funzioni, mentre demolisce i principi dei diritti costituzionali con la riforma della scuola e quella del lavoro. Oggi state umiliando il Parlamento, con una riforma frutto della condivisione fra Renzi e Verdini”.
Oggi al Senato della Repubblica avrà luogo il voto finale sul disegno di legge costituzionale Renzi – Boschi “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”. Dopo che in queste settimane l’Assemblea ha proceduto all’analisi e al voto degli emendamenti, oggi è il momento delle dichiarazioni di voto finali, durante le quali si chiariranno le scelte dei singoli gruppi parlamentari e si capirà di che maggioranza dispone il progetto di revisione della Costituzione fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Ricordiamo che il ddl modifica i seguenti articoli della Costituzione:
Articolo 48 – Circoscrizione estero (art. 38, comma 1 del ddl)
Articolo 55 – Funzioni delle Camere (art. 1 del ddl)
Articolo 57 – Composizione ed elezione (indiretta) del Senato (art. 2 del ddl)
Articolo 58 – Eleggibilità dei senatori e requisito anagrafico (art. 38, comma 2 del ddl)
Articolo 59 – Senatori di nomina del Presidente della Repubblica (art. 3 del ddl)
Articolo 60 – Durata della Camera dei deputati (art. 4 del ddl)
Articolo 61 – Proroga della Camera dei deputati (art. 38, comma 3 del ddl)
Articolo 62 – Riunione straordinaria delle Camere (art. 38, comma 4 del ddl)
Articolo 63 – Cariche interne delle Camere (art. 5 del ddl)
Articolo 64 – Minoranze parlamentari (della Camera dei deputati); dovere dei parlamentari di partecipazione ai lavori (art. 6 del ddl)
Articolo 66 – Titoli di ammissione dei componenti del Senato della Repubblica (art. 7 del ddl)
Articolo 67 – Vincolo di mandato (art. 8 del ddl)
Articolo 68 – Prerogative dei parlamentari (art. 6 del ddl governativo A.S. n. 1429 – soppresso)
Articolo 69 – Indennità parlamentare (art. 9 del ddl)
Articolo 70 – Procedimento legislativo (art. 10 del ddl)
Articolo 71 – Iniziativa legislativa (art. 11 del ddl)
Articolo 72 – Modificazioni all'articolo 72 della Costituzione (art. 12 del ddl)
Articolo 73 – Leggi elettorali: giudizio preventivo di legittimità costituzionale (art. 13 e art. 38, comma 5 del ddl)
Articolo 74 – Rinvio delle leggi (art. 14 del ddl)
Articolo 75 – Referendum abrogativo (art. 15 del ddl)
Articolo 77 – Disposizioni in materia di decretazione d'urgenza (art. 16 del ddl)
Articolo 78 – Deliberazione dello stato di guerra (art. 17 del ddl)
Articolo 79 – Leggi di amnistia e indulto (art. 18 del ddl)
Articolo 80 – Autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali (art. 19 del ddl)
Articolo 81 – Bilancio e indebitamento (art. 38, comma 6 del ddl)
Articolo 82 – Inchieste parlamentari (art. 20 del ddl)
Articolo 83 – Procedimento di elezione del Presidente della Repubblica (e relativi quorum) (art. 21 del ddl)
Articolo 85 – Convocazione del Parlamento in seduta comune per l'elezione del Presidente della Repubblica (art. 22 del ddl)
Articolo 86 – Indizione della elezione del Presidente della Repubblica in caso di impedimento permanente, decesso, dimissioni) (art. 23 del ddl)
Articolo 87 – Presidente della Repubblica (art. 38, comma 7 del ddl)
Articolo 88 – Scioglimento della Camera dei deputati (art. 24 del ddl)
Articolo 94 – Fiducia al Governo (art. 25 del ddl)
Articolo 96 – Modificazioni all'articolo 96 della Costituzione (art. 26 del ddl)
Articolo 97 – Principi sull'amministrazione (art. 27 del ddl)
Articolo 99 – Soppressione del CNEL (art. 28 del ddl)
Articolo 114 – Abolizione delle Province (art. 29 del ddl)
Articolo 116 – Forme particolari di autonomia regionale (condizionata ad equilibrio di bilancio) (art. 30 del ddl)
Articolo 117 – Potestà legislativa (e regolamentare) di Stato e Regioni (art. 31 del ddl)
Articolo 118 – Funzioni amministrative; coordinamento; sussidiarità orizzontale (art. 32 del ddl)
Articolo 119 – Risorse degli enti territoriali (art. 33 del ddl)
Articolo 120 – Potere sostitutivo del Governo (art. 34 e art. 38, comma 9 del ddl)
Articolo 121 – Iniziativa legislativa regionale (art. 38, comma 10 del ddl)
Articolo 122 – Limiti agli emolumenti dei componenti degli organi regionali e rappresentanza di genere (art. 35 del ddl)
Articolo 122 – Incompatibilità dei rappresentanti regionali (art. 38, comma 11 del ddl)
Articolo 126 – Soppressione della previsione costituzionale di una Commissione parlamentare per le questioni regionali (art.36 del ddl)
Articolo 132 – Distacco di Comuni da una Regione ad altra (art. 38, comma 12 del ddl)
Articolo 133 – Circoscrizioni provinciali (art. 38, comma 13 del ddl)
Articolo 134 – Giudizio di costituzionalità della legge elettorale (art. 13, comma 2 del ddl)Articolo 135 – Elezione dei giudici della Corte costituzionale (art. 37 del ddl)
E in particolare modifica la composizione del Senato:
74 consiglieri regionali, 21 sindaci (uno per Regione + uno a testa per le Province autonome di Trento e Bolzano), 5 “personalità” nominate dal Presidente della Repubblica, che resteranno in carica per 7 anni, gli attuali senatori a vita e gli ex Presidenti della Repubblica. La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua in proporzione alla loro popolazione, fermo restando che nessuna Regione può avere meno di due rappresentanti; la durata del mandato dei senatori coincide con quella nei loro organi di provenienza; a ratificare i nomi dei senatori saranno i Consigli regionali, con un meccanismo di voto altrettanto contestato