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Rifiuti, Istat: “Cresce la differenziata, ma per i cittadini costa troppo ed è male organizzata”

In Italia si producono più rifiuti ma aumenta anche la raccolta differenziata. Ogni abitante ha prodotto 500 kg di rifiuti urbani e, di questi, si è riusciti a differenziarne più della metà. Il 69,9% delle famiglie considera “elevato” il costo della differenziata e solo il 26,3% si dichiara molto soddisfatto del servizio.
A cura di Giorgio Tabani
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In Italia si producono più rifiuti urbani ma contemporaneamente aumenta la raccolta differenziata. Questi sono alcuni degli aspetti che emergono dal report dell'Istat dedicato all'argomento, relativo agli anni 2016 e 2017. Ogni abitante nel 2016 ha prodotto 496,7 kg di rifiuti urbani, in aumento del 2,2% rispetto all'anno precedente; di questi si riesce a differenziarne più della metà (il 52,5%), in aumento del 5% dal 2016. Il più alto livello di rifiuti urbani si registra nel Nord-est che, però, è anche la zona con la più alta percentuale di raccolta differenziata (si raggiunge il 66,6%, oltre l’obiettivo del 65% previsto dalla normativa attuale). Nel Nord-ovest i numeri della differenziata sono di poco inferiori (62,3%), mentre restano molto distanti il Centro (48,6%), il Sud (43,3%) e in basso nella classifica le Isole (26%).

Concentrandosi sulle differenze fra le varie aree d'Italia, quattro sono le più virtuose, con un'elevata raccolta differenziata che si accompagna a una produzione totale di rifiuti sotto la media. Al primo posto si posiziona la provincia autonoma di Trento (74,3% di raccolta differenziata e 486,6 kg di rifiuti per abitante), al secondo il Veneto (72,9% di differenziata su 486,5 kg); a seguire Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e la provincia autonoma di Bolzano. Da evidenziare invece il forte ritardo della Sicilia (15,4%), mentre in Sardegna la raccolta differenziata raggiunge il 60,2%. Le regioni che hanno prodotto più rifiuti urbani sono state l'Emilia-Romagna (653,0 kg per abitante) e la Toscana (616,2) ma, se la prima li raccoglie in modo differenziato (60,7%), nella seconda si arriva solo al 51,1%. Molise e Basilicata ne hanno prodotti meno (rispettivamente 387,0 e 353,0 kg per abitante) ma con una quota di raccolta differenziata altrettanto bassa (rispettivamente 28,0% e 39,2%).

A livello di comuni, ci sono differenze non trascurabili fra centro e periferia dell’area metropolitana e fra piccoli e grandi comuni. I rifiuti urbani prodotti nei comuni, nel centro città ammontano a 554,4 kg per abitante con il 39,4% di raccolta differenziata, mentre diminuiscono a 458,6 kg per abitante per quelli in periferia, con una differenziata che raggiunge invece il 58,1%. Inoltre, più un comune è popoloso e più produce rifiuti, che vengono poi raccolti in modo non differenziato: fuori dalle aree metropolitane, nei comuni fino a 10.000 abitanti i rifiuti urbani sono 446,0 kg per abitante e la differenziata raggiunge il 59,2%; nei comuni da 10mila a 50mila abitanti i due indicatori sono rispettivamente 501,8 kg e 55,4%; in quelli di grandi dimensione (più di 50mila) i rifiuti urbani raggiungono, invece, 548,1 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata scende al 47,7%.

Sono notevolmente aumentate le famiglie che dichiarano di effettuare “sempre” la differenziazione di tutti i tipi di rifiuti considerati, rispetto al 1998 (da quando l’Istat rileva il fenomeno), grazie ai provvedimenti normativi e della crescente sensibilità ambientale. Fra il 2012 e il 2017 le famiglie che dichiarano di differenziare i contenitori in plastica sono passate dal 75% all'85%. Cresce anche la raccolta dell'alluminio: passano dal 68,1% al 74,6% le famiglie che lo differenziano. Rimane molto elevata la quota di differenziata: dal 79,9% nel 2012 all’84,1% nel 2017. Analogo andamento per la carta, dal 79,1% all’84,8%. Cresce la differenziazione anche di altri tipi di rifiuti, tra cui quelli organici e i cosiddetti rifiuti “selettivi” (farmaci e batterie esauste).

Le famiglie del Nord continuano a differenziare di più i rifiuti rispetto al resto del Paese, ma la distanza si è ridotta nel tempo. Un effetto della maggiore diffusione del servizio di raccolta porta a porta nelle aree del paese rimaste indietro, anche se nel Sud (in Sicilia in particolare) rimangono forti carenze. Nel 2017 la percentuale di famiglie che dichiarano di differenziare la carta supera la media nazionale nel Nord-ovest, Nord-est e Centro (rispettivamente 91,4%, 89,5% e 85,7%), mentre nel Sud è all’80,8% e nelle Isole si ferma al 64,6%. Il vetro è raccolto costantemente dal 91,8% delle famiglie del Nord-ovest, mentre il valore minore è quello nelle Isole, con il 65,6% delle famiglie. Analoga situazione per la raccolta dei contenitori in alluminio (81,0% nel Nord-ovest e 58,2% nelle Isole) e della plastica (91,1% e 65,6%). Il 9% delle famiglie del Nord-ovest raccoglie quotidianamente i rifiuti organici, mentre lo fa il 69,9% di quelle delle Isole. Per i rifiuti selettivi si evidenziava un generale aumento tra il 1998 e il 2012 per tutte le ripartizioni, seguito da una lieve diminuzione per Nord-ovest e Nord-est tra 2012 e 2017.

Le famiglie italiane ritengono elevati i costi e poco efficienti i servizi di raccolta dei rifiuti. Più precisamente il 69,9% delle famiglie considera il costo "elevato", il 25,6% "adeguato", solo lo 0,7% "basso". I residenti nelle Isole sono i più insoddisfatti (è infatti elevato per l’83,4%), mentre sono nel Nord-est i meno critici (61,1%). Nei piccoli comuni, sotto i 2mila abitanti, il 36,3% delle famiglie pensa che il costo del servizio sia adeguato, una percentuale del 15% più elevata rispetto ai centri di grandi dimensioni. Nel 2017 il 62% delle famiglie dichiara di usufruire del servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta. Di questi ne è molto soddisfatto il 26,3% (il 35,2% nel Nord-ovest e il 31,9% nel Nordest), mentre il grado di soddisfazione minore si registra nel resto del Paese: 17,6% al Sud, 19,9% al Centro e 20,6% nelle Isole. I motivi dell'insoddisfazione sono legati agli orari di raccolta (il 94,3% delle famiglie non ne è soddisfatto) e alla convinzione che non sia utile raccogliere i rifiuti in modo differenziato (89,6% delle famiglie insoddisfatte). Rilevanti altri aspetti organizzativi, come la frequenza del ritiro dei rifiuti e anche gli odori causati dall’umido non raccolto quotidianamente o le difficoltà con i contenitori e sacchetti per la raccolta. Scettiche sul reale riciclo dei rifiuti si dichiarano circa un terzo delle famiglie insoddisfatte del servizio.

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