Riarmo Ue, ok della Camera a mozione maggioranza (senza accenni a piano Von Der Leyen): Lega resta contraria

Alla Camera sono state votate le 7 mozioni che erano state depositate sul piano ReArm europeo, su cui la discussione generale si è conclusa nella giornata di lunedì 7 aprile. I gruppi di opposizione, Movimento Cinque Stelle, Azione, Avs, Pd, +Europa, Italia viva, hanno presentato sei diversi testi, ciascuno il proprio, con differenze anche sostanziali sul piano di riarmo.
L'Aula di Montecitorio ha approvato con 144 voti favorevoli e 105 contrari la mozione unitaria della maggioranza sul piano di riarmo europeo, ReArm Europe. Le mozioni depositate dalle opposizioni invece sono state bocciate.
Nel testo del centrodestra, tuttavia, non vi è alcun riferimento al piano presentato da Ursula von der Leyen. Per questa era stata chiesta dal M5s una sospensione della seduta, che è stata respinta, con 37 voti di scarto.
Le opposizioni unite avevano alla presidenza della Camera di chiarire secondo quali principi la mozione della maggioranza, in occasione del dibattito sul piano ReArm, sia stata ritenuta abbinabile alle mozioni delle opposizioni espressamente dedicate al piano di riarmo europeo, anche se il testo della maggioranza non contiene in nessun passaggio del dispositivo il tema del ReArm.
Il documento della maggioranza impegna il governo "a proseguire nell'opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare". Chiaramente il testo è frutto di una mediazione, visto che il punto di partenza della Lega era "la ferma opposizione all'attuazione" a "ReArm Europe". E le contraddizioni sono emerse anche durante le dichiarazioni di voto, quando il deputato Simone Billi (Lega) ha ribadito nel suo intervento la linea del Carroccio: "Noi della Lega ci opponiamo fermamente a questi 800 miliardi di debiti per la difesa europea".
Il documento conferma il sostegno a Kiev, con l'obiettivo della pace. In una fase successiva, si impegna il governo italiano a partecipare, con l'invio di uomini, a una missione di peacekeeping "sotto l'egida delle Nazioni Unite".
Il governo, per bocca del sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, ha dato parere favorevole al testo presentato dalla maggioranza e parere contrario a tutte le altre.
Cosa dice la mozione della maggioranza sul riarmo: i punti principali
Nella mozione della maggioranza si impegna il governo "a proseguire nell'opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale", a "confermare gli impegni assunti dall'Italia negli ultimi dieci anni, nelle alleanze internazionali di cui fa parte, in particolare in ambito Nato, rispettando i requisiti di investimento e di sviluppo", a "continuare, nel rispetto degli indirizzi del Parlamento, a sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario" e, infine impegna il governo a "operare, in ogni sede internazionale e con ogni strumento diplomatico, affinché si giunga nel più breve tempo possibile a un cessate il fuoco e a una pace duratura sul territorio ucraino", a "ribadire la necessità che ogni eventuale tregua includa, sin dalla fase iniziale, la protezione delle infrastrutture civili ucraine, non soltanto quelle energetiche, ma soprattutto scuole, ospedali e città" e a "favorire, successivamente alla tregua e alla firma di un accordo di pace tra la Federazione russa e l'Ucraina, la costituzione di una forza multinazionale sotto l'egida delle Nazioni Unite, subordinata a una deliberazione del Consiglio di sicurezza, al fine di garantire un processo di pace stabile, condiviso ed irreversibile".
Cosa hanno detto le forze politiche in dichiarazione di voto
Secondo Iv, maggioranza e governo fanno "il gioco delle tre carte e" recitano "più parti in commedia" ma così mostrano l'Italia "inaffidabile e questo gioco si paga perché nessuno si fida piu' del nostro Paese. Il tema dazi, eurobond e riarmo stanno dentro la stessa filosofia, non sono cose diverse", ha detto il vicepresidente di Iv, Davide Faraone, intervenendo nell'Aula della Camera in dichiarazione di voto. "Trump ha cambiato tutto e noi non ci sentiamo più garantiti dal Patto Atlantico, non siamo noi a minarlo, ma è stato Trump". Idem "sull'Ucraina, ma non doveva risolvere il conflitto in qualche settimana?". Poi, rivolgendosi a Lega e FdI, ha domandato: "Dove è finito il vostro patriottismo? Siete diventati tutti americani scordandovi degli italiani. Chiedete niente panico? Ma ce lo fate venire voi il panico non sapendo come affrontare la situazione. Bisogna affermare un sovranismo europeo e una difesa europea".
Nicola Fratoianni (Avs), intervenuto in dichiarazione di voto, ha detto che "questa Europa resta la migliore alternativa possibile", soprattutto per i "diritti", che "non sono diventati ancora concessioni. È demenziale aumentare la spesa nazionale per i sistemi d'arma. Ma nel documento per l'export presentato da Tajani" per rispondere ai dazi di Trump "c'è scritto che ci impegniamo a comprare Gnl e armi", dagli Stati Uniti. "Dobbiamo fare debito per fare politiche sanitarie e politiche a sostegno della transizione ecologica, affinché i costi di questa transizione non si scarichi sui più deboli", ha detto Fratoianni "Invece abbiamo intenzione di spendere 800 miliardi in nuove armi, in bombe, ma le bombe non fanno le tac. È una scelta suicida e complice"
Conte: "Meloni ha fatto scacco matto all'Italia in tre mosse"
"Meloni si è assunta una grande responsabilità storica, politica e morale: il 6 marzo scorso ha sottoscritto senza nessun mandato un piano di riarmo da 800 miliardi per consentire ai singoli Stati europei di potersi riarmare a piacimento", ha detto il leader M5s Giuseppe Conte intervenendo in aula alla Camera in dichiarazioni di voto "Non è nella storia dell'Europa che un passaggio così strategico sia stato deciso senza dibattito: Meloni ha svenduto il nostro Paese per questo piano di riarmo, nel giro di poche ore. La maschera è stata gettata, è un assaggio del suo premierato, non si è confrontata neppure qui in Parlamento. Discutiamo di piano di riarmo, la maggioranza non ha neppure la dignità di scrivere la parola "riarmo" nella propria mozione, non riuscite nemmeno a confrontarvi. Questa nostra mozione nasce anche dai 100mila cittadini che il 5 aprile sono venuti a Roma a manifestare, per dire no a questo piano di riarmo, per dire no a questa idea di Europa guerrafondaia".
"Meloni ha fatto scacco all'Italia in tre mosse: ha sottoscritto il Patto di stabilità a Bruxelles. Oggi stanno facendo retromarcia e confermano, come avevamo detto che quello è un ‘pacco di stabilita". Non ci avete ascoltato e adesso volete rivederlo, noi abbiamo un governo succube dei Fratelli di Germania. Siete completamente subalterni. Poi siete tornati a Bruxelles per chiedere lo scorporo degli investimenti sulla difesa, non la scuola, gli asili nido, non le imprese, dopo il 25esimo mese di crollo della produzione industriale. Poi la mossa finale, scacco matto: avete dato semaforo verde a questo piano di riarmo, che prevede l'autorizzazione alle spese militari, è saltato tutto, tutti i vincoli e le limitazioni per cui oggi l'Europa può concentrare tutte le risorse di cui dispone nelle armi", ha detto ancora il leader del M5s Giuseppe Conte, "il piano permette di utilizzare la loro capacità fiscale per riarmarsi. Saremo costretti a indebitarci sempre di più, per non usare i fondi di coesione. Non c'è traccia di una difesa comune europea. Non siamo antimilitaristi, sappiamo che va efficientato uno strumento militare. Ma questa è la distruzione dell'Europa. Ci abbiamo messo decenni a costruire un mercato comune europeo, ma ora avremo divari" dal punto di vista della difesa.
"C'erano tantissimi giovani tra coloro che sono venuti a manifestare. Loro non si fanno ingannare da voi, sanno che questo piano non ci porta sicurezza. Ci hanno detto che non voglio andare fuori" dall'Italia, "Avete tagliato all'università assegni e borse di ricerca, non volete il salario minimo, a loro cosa proponete, un Erasmus militare?", ha concluso Conte.
Lega vota a favore della mozione di maggioranza ma interviene contro il riarmo
"Una difesa comune è impossibile perché l'Europa è divisa, inefficiente e governata da burocrati non eletti che decidono a porte chiuse come spendere miliardi dei nostri cittadini", ha detto Simone Billi della Lega, in dichiarazione di voto alla Camera sulle mozioni sul ReArm. "A quei burocrati che mandano a picco l'industria e la manifattura, noi della Lega ci opponiamo fermamente, ci opponiamo fermamente a questi 800 miliardi di debiti per la difesa europea. Prima bisogna ottimizzare le spese correnti europee in difesa. La nostra sfida quindi è: piattaforme di difesa unificate per i paesi membri, secondo interoperabilità dei mezzi sia elettronici che meccanici, è una scelta strategica molto importante. Sulla difesa l'Italia c'è ma no al finanziamento a scapito di sanità e servizi. È inaccettabile che si invochi il rispetto del Patto stabilità su lavoro e sanità e scuola, e poi si sospenda solo per aumentare la spesa militare", ha aggiunto, tra gli applausi dei leghisti e le proteste di alcune forze dell'opposizione, annunciando il voto favorevole della Lega alla mozione unitaria di maggioranza che non menziona affatto il piano di riarmo attaccato con tanta veemenza dal leghista in aula.
"La mozione di maggioranza – ha concluso Billi – va nella direzione giusta: sicurezza, credibilità internazionale, rafforzamento della nostra capacita industriale e difesa al servizio della pace".