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Riarmo europeo, Parlamento Ue boccia iter giuridico del piano di Ursula von der Leyen: cosa succede

La commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) ha approvato all’unanimità un parere del servizio giuridico che respinge il ricorso della Commissione europea all’art.122 per approvare il fondo prestiti da 150 miliardi di euro per il riarmo passando solo dal voto del Consiglio, bypassando il voto del Parlamento. M5s: “Bocciatura clamorosa”.
A cura di Annalisa Cangemi
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In una sessione a porte chiuse la commissione Affari Giuridici dell'Eurocamera (Juri) ha bocciato all’unanimità la decisione di Ursula von der Leyen di eludere l’Eurocamera, bypassando il voto dei parlamentari, per far approvare il suo piano di riarmo europeo (ReArm Eu) da 800 miliardi.

La commissione Juri si è espressa in particolare contro l'uso, voluto dalla Commissione Ue, dell'art. 122 dei Trattati, che non prevede appunto la consultazione dell'Eurocamera sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce lo strumento Safe, una delle basi economiche del piano Rearm Ue, dovrebbe fornire agli Stati membri fino a 150 miliardi di euro di prestiti garantiti dal bilancio dell'UE incrementare la spesa per la difesa. La commissione ha approvato un parere legale secondo cui l'uso dell'art. 122 "non è base giuridica appropriata per questa proposta", perché non vi sarebbero requisiti per ricorrere alla procedura d'urgenza, e comunicherà la raccomandazione alla presidente del Pe affinché valuti ulteriori passi. Il presidente della Commissione Juri manderà quindi una lettera alla presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola, per informarla di questo voto.

Metsola, a sua volta, riferirà dell'esito del voto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la quale avrà due strade: proseguire con la procedura di approvazione che esclude il Parlamento europeo (l'articolo 122 appunto), oppure fare un passo indietro e cambiare la base legale del provvedimento, in sostanza trasformandolo in un normale regolamento che il Parlamento discuterà, emenderà e voterà.

"Nel caso in cui la Commissione insista sulla procedura d'urgenza, il Parlamento europeo per rispondere non avrà altra strada che chiedere il conflitto di attribuzioni alla Corte di giustizia europea e chiedere quindi alla Corte di mediare e di fatto di decidere se la Commissione rispetti i trattati o meno", spiegano fonti parlamentari a LaPresse.

Cosa succede dopo la bocciatura del piano di riarmo europeo

Bisogna sottolineare che il voto di oggi della commissione Affari legali del Parlamento europeo contro l'utilizzo della procedura d'urgenza (art. 122 del Tfue) per il piano di riarmo Ue non è vincolante per la Commissione europea.

La palla passa ora nelle mani della presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, che può ora decidere se informare l'Aula durante la prossima plenaria del risultato del voto sulla relazione, che ha valore solo consultivo. Superato questo passaggio la commissione Affari Giuridici potrà riferire oralmente le sue conclusioni all'Emiciclo.

Inoltre la presidente può ora presentare un ricorso dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea a nome del Parlamento, in linea con la raccomandazione della commissione competente. Metsola può inoltre sottoporre al voto del Parlamento la decisione sull'intraprendere o meno il ricorso. Qualora invece la Presidente intenda discostarsi dalla raccomandazione della commissione Affari Giuridici, la Presidente dovrà informare la commissione e deferire la questione alla Conferenza dei capigruppo. Se la anche la Conferenza dei capigruppo ritiene che il Parlamento non debba presentare osservazioni o intervenire dinanzi alla Corte di giustizia dell'Ue, la questione può essere sottoposta ad un voto finale del Parlamento europeo in sede plenaria.

Le reazioni

"Lo abbiamo detto subito e siamo andati a denunciarlo anche a Strasburgo, nel cuore delle istituzioni europee. Siamo scesi in piazza, insieme a 100mila persone, per contrastare questo scempio: il folle Piano di riarmo da 800 miliardi calpesta la democrazia e i governanti che lo hanno appoggiato – come la premier Meloni – lo hanno fatto senza alcun mandato dei cittadini, scavalcando il Parlamento europeo. La bocciatura di oggi sul piano giuridico è un macigno politico contro questa Commissione europea con l’elmetto e tutti coloro che vogliono un’economia di guerra. Andremo fino in fondo in tutte le sedi per fermarli", ha scritto su Facebook il presidente del M5s, Giuseppe Conte.

"La Commissione Juri del Parlamento ha confermato all'unanimità l’illegalità della decisione della Presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, di ricorrere all’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea per scavalcare il voto dell’eurocamera sul suo piano di riarmo. Una illegalità denunciata senza mezzi termini dall’ufficio legale del Parlamento europeo, che ha stabilito che per il piano RearmEu non ricorrono le condizioni di emergenza per il ricorso al 122. Una bocciatura clamorosa della politica bellicista dell'ex ministra della Difesa tedesca che ora ha il dovere politico di ritirare il suo folle piano di riarmo", hanno dichiarato i capigruppo M5S delle Commissioni Politiche Ue di Senato e Camera, Pietro Lorefice e Filippo Scerra.

"Il piano di riarmo di Ursula Von der Leyen non si può fare: al di là del merito della questione, avevamo sottolineato in ogni modo il vizio di forma di far passare un gigantesco piano di riarmo, senza alcun voto nel Parlamento Europeo, dove siedono i rappresentanti eletti dai cittadini. Oggi lo dice anche la Commissione affari giuridici dello stesso Parlamento europeo", ha commentato Nicola Fratoianni di Avs. "Von der Leyen e soci devono capire una cosa molto semplice ma anche molto chiara: non si può scavalcare la democrazia, non si possono escludere i rappresentanti eletti direttamente dai cittadini europei dalle decisioni e dalle responsabilità che queste comportano. Abbiano adesso la decenza – conclude Fratoianni – di ritirare un piano illegittimo, oltre che sbagliato".

"La Commissione Affari Giuridici del Parlamento europeo ha rifilato un sonoro schiaffo alla Commissione europea e a Ursula von der Leyen, bocciando come improprio l'utilizzo dell'articolo 122 dei Trattati per finanziare il piano RearmEu. Una decisione ineccepibile che, purtroppo, dimostra ancora una volta come Bruxelles si stia sempre più trasformando in un centro di potere opaco che impone scelte strategiche fondamentali – come il riarmo forzato dell'Unione a debito e a spese dei contribuenti – senza alcun passaggio democratico e senza il coinvolgimento del Parlamento europeo", ha detto l'europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi.

"Da tempo noi Patrioti denunciamo la tracotanza di una Commissione che si crede padrona assoluta dell'Europa e non si vergogna di commettere gravi abusi di potere, l'ultimo dei quali è proprio quello di decidere di usare un articolo concepito in funzione di emergenze quali crisi energetiche o sanitarie per finanziare una svolta bellicista e centralista" ha aggiunto Ceccardi. "Noi diciamo sì alla difesa della pace, della democrazia e della sovranità degli Stati, mentre siamo e resteremo assolutamente contrari a ogni progetto di esercito comune europeo, all'utilizzo di fondi per alimentare tensioni belliche e all'accentramento militare nelle mani di tecnocrati che non rispondono a nessuno. L'Europa non può e non deve diventare una macchina da guerra pilotata dalla von der Leyen".

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