Un giornale pubblica la notizia che un generale dell'Esercito autopubblica un libro su Amazon in cui espone le sue idee esplicitamente razziste e omofobe e le istituzioni, a cominciare dal ministro competente, prendono le distanze e il graduato viene rimosso tra l'indignazione generale. La vicenda del generale Roberto Vannacci sembrava doversi chiudere così, con qualche imbarazzo a destra ma una generale concordia sul fatto che chi esterna un pensiero lontano anni luce dai valori repubblicani non possa rappresentare l'istituzione.
Ma poi le cose sono cambiate, e i distinguo proferiti da qualche esponente di destra, sono in poche ore diventati una valanga di attestati di stima e di solidarietà da parte di esponenti di Fratelli d'Italia e Lega. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, che aveva usato parole dure, è stato costretto a tornare sulla vicenda mettendo dei ma e dei però, chiarendo che il punto non sono le idee del generale ma l'opportunità e così via. Vannacci diventa un martire della libertà di pensiero e il leader della Lega e ministro Matteo Salvini lo chiama e ci manca poco che già non lo metta in lista alle prossime elezioni europee.
Il governo di Giorgia Meloni e, immaginiamo, le giornate stessa della premier, è messo perennemente in tensione tra le parole e gli atti dei Responsabili (come Giorgetti, Crosetto e Tajani), che vengono costantemente smentiti dagli Irresponsabili (Donzelli, Salvini, Sgarbi per dire). C'è poi il caso del Ministro Francesco Lollobrigida: lui vorrebbe ascriversi ai Responsabili ma proprio non ci riesce, tra il complotto della "sostituzione etnica" e la crociata contro la farina di grillo. E il caso di Ignazio La Russa: ha voluto per lui la poltrona della seconda carico dello Stato, ma dichiarando fin dal principio che di quella terzietà che richiederebbe l'esercizio delle funzioni del Presidente del Senato lui non vuole saperne.
È una tensione e una dialettica che ha fatto la fortuna della destra destra italiana, in grado di essere allo stesso tempo "di lotta" e "di governo", mobilitando e radicalizzando costantemente il proprio elettorato sempre contro nuovi obiettivi. Imigranti e l'Europa quando si è all'opposizione, la sinistra della cancel culture e delle politiche green quando si è al governo. La divisione dei ruoli attraversa sia i partiti al loro interno (basta pensare a Salvini e Giorgetti), che l'alleanza di governo (con la Lega impegnata a spararla sempre più grossa per recuperare consensi, mentre Meloni deve tenere fede al suo ruolo). Ma quanto può durare questa tensione permanente? Alla lunga le soluzioni sembrano essere due: o gli Irresponsabili abbassano le voce – e sembra molto difficile – o alla guida della destra destra arriverà un simil Trump o Bolsonaro. Un tipo alla Vannacci.