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Respingimenti in aumento al confine Francia-Italia: migranti senza cibo e acqua, privati della libertà

Il nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere dà conto della drammatica situazione dei migranti al confine tra Francia e Italia, che subiscono respingimenti e trattamenti inumani da parte delle autorità francesi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere ‘Vietato passare – La sfida quotidiana delle persone in transito respinte e bloccate alla frontiera franco-italiana' descrive la situazione delle persone in transito a Ventimiglia, che ogni giorno cercano di attraversare il confine italo-francese, e che vengono respinte dalla polizia francese, spesso anche con violenza. Stiamo parlando di uomini, donne e bambini, costretti a subire trattamenti inumani, compresa la privazione temporanea della libertà, e che vengono sistematicamente abbandonati sul territorio italiano senza un'assistenza minima, privi anche di cibo e acqua.

Dal dossier pubblicato oggi emerge che tra febbraio e giugno 2023 la clinica mobile di MSF a Ventimiglia ha fornito cure mediche e orientamento ai servizi sanitari a un totale di 320 pazienti. E 684 migranti hanno partecipato ad attività di promozione della salute e orientamento ai servizi socio-sanitari. Tra questi il 79,8% ha dichiarato di aver tentato più di una volta di raggiungere la Francia e di essere stato respinto.

Nel rapporto si legge che l'età mediana della popolazione in transito era di 23 anni, con il gruppo di età più numeroso compreso tra i 16 e i 20 anni. Tra i pazienti 67 (20,9%) risultavano minori, di cui 48 (71,6%) non accompagnati e 15 (22,4%) di età inferiore ai 5 anni; 23 (7,2%) erano donne in gravidanza o che stavano allattando. Complessivamente, il 28,1% (n. 90) dei pazienti proveniva dalla Costa d'Avorio, che risultava essere la nazionalità maggiormente rappresentata, seguita dalla Guinea (27,5%; n. 88), dal Camerun (4,9%; n. 16), dall’Eritrea (4,6%; n. 15) e dal Sudan (4,1%; n. 13).

"Vediamo persone estremamente vulnerabili che vengono respinte dalla polizia francese in maniera indiscriminata, senza che le loro specifiche condizioni individuali vengano adeguatamente valutate, per poi ritrovarsi sul territorio italiano senza un’adeguata assistenza da parte delle istituzioni", denuncia Sergio Di Dato, coordinatore del progetto di Msf a Ventimiglia

Molte delle persone in transito incontrate e assistite da Msf, hanno raccontato di violazioni da parte delle autorità francesi durante le procedure di notifica del refus d'entré (rifiuto d’ingresso), menzionando ad esempio trascrizioni imprecise dei dati personali, la fornitura imparziale o insufficiente di informazioni da parte delle autorità o l’assenza di mediatori interculturali. Tra loro ci sono anche persone vulnerabili, come minori non accompagnati, donne incinte o con bambini, anziani e individui con patologie mediche.

Più di un terzo dei 48 minori non accompagnati ha riferito a Msf di essere stato respinto, mentre diverse persone hanno raccontato di essere state detenute arbitrariamente dalla polizia francese e trattenute in container durante la notte, in condizioni di promiscuità e senza alcuna protezione specifica per donne e minori. Secondo quanto riferito al team di Msf, nelle notti trascorse nei container non sempre sono stati forniti cibo e acqua, l’assistenza medica è stata spesso negata, i servizi igienici ritenuti inadeguati e le persone sono state costrette a dormire a terra in spazi ridotti e spesso sovraffollati.

Respingimenti in aumento: +30% rispetto all'anno scorso

Nel periodo compreso dal primo gennaio al 15 giugno 2023, 13.395 persone sono state soggette a respingimenti o trattenimenti al confine italo-francese, con un aumento del 30% rispetto all'anno precedente: sono i dati rilasciati dalla Prefettura di Nizza, citati da Msf nel rapporto. Sono numeri impressionanti: una media di circa 80 persone al giorno costrette a tornare indietro.

Ventimiglia, spiega Msf, si è trasformata "in un luogo dove le persone in transito verso la Francia o altri Paesi europei restano bloccate al confine per giorni, settimane e mesi e dove individuare soluzioni strutturate per la loro tutela sembra essere sempre più complicato. Nonostante questo, l'afflusso dei migranti a Ventimiglia non è diminuito, le persone continuano ad arrivare e tentano incessantemente di oltrepassare la frontiera per raggiungere altri Paesi europei e perseguire il loro progetto migratorio".

La decisione francese del 2015 di ripristinare i controlli alle frontiere interne ha determinato un inasprimento degli accertamenti sui cittadini provenienti da Paesi terzi e un incremento del numero di riammissioni verso l'Italia dei migranti in transito intercettati sul territorio francese. I dati pubblicati dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) mostrano che 76.325 migranti e richiedenti asilo sono arrivati via mare in Italia dall'1 gennaio al 17 luglio 2023, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2022.

Molte delle persone arrivate in Italia proseguono o intendono proseguire il loro viaggio con l'obiettivo di raggiungere un altro Paese europeo, perché vi risiedono parenti o amici o per affinità linguistiche e culturali. Quasi la metà dei pazienti (124; 38,8%) curati da Msf a Ventimiglia ha impiegato più di un anno per raggiungere l'Italia. Per alcuni il viaggio è durato anche più di cinque anni, mentre due dei nostri pazienti pediatrici sono nati durante il viaggio. Un'ampia maggioranza (267; 83,4%) delle persone curate dall'organizzazione a Ventimiglia ha raggiunto l'Italia attraverso il Mar Mediterraneo, una delle rotte migratorie più pericolose al mondo.

Separazioni familiari durante i respingimenti

Inoltre, solo nella prima metà dell’anno, Msf ha registrato almeno quattro casi di separazione familiare durante i respingimenti. "Siamo stati fermati a Nizza dalla polizia. Mia moglie è incinta. È stata portata in ospedale perché è svenuta mentre la ammanettavano. Io e mio figlio di due anni siamo stati portati alla stazione di polizia di frontiera di Mentone. Abbiamo passato la notte al freddo e la mattina successiva siamo stati respinti e riportati in Italia, ma non abbiamo notizie di mia moglie" racconta un uomo della Costa d'Avorio all’équipe di Msf a Ventimiglia.

Salute dei migranti a rischio

Sul territorio di Ventimiglia, d’altro canto, le persone in transito hanno un accesso estremamente limitato ad alloggi adeguati, all’assistenza sanitaria, all’acqua potabile o ai servizi igienici, con conseguenze dirette sulle loro condizioni di salute. Tra i 320 pazienti assistiti da Msf da febbraio a giugno, 215 persone hanno riportato problemi dermatologici, infezioni respiratorie e gastrointestinali, ferite e dolori articolari – condizioni causate o aggravate dalla vita in strada – mentre 14 soffrivano di malattie croniche come diabete e malattie cardiovascolari con necessità di terapia continuativa e a lungo termine.

Nonostante siano stati recentemente aperti due nuovi PAD (Punto Assistenza Diffusa) dove i migranti più vulnerabili respinti dalla Francia possono trovare riparo per la notte, decine di persone in transito sono ancora costrette a dormire in strada o in accampamenti di fortuna. Due dei quattro PAD promessi dalle autorità locali non sono ancora operativi e i servizi essenziali come alloggi, assistenza sanitaria e legale vengono forniti dalle associazioni locali e dalla società civile.

"È fondamentale che alle persone in transito, indipendentemente dal loro status giuridico, siano garantiti protezione e servizi adeguati ai loro bisogni" afferma Di Dato di Msf. "La situazione di stallo che ormai da anni si è creata a Ventimiglia non è un caso isolato, e riflette di fatto l’orientamento delle politiche migratorie europee, incentrate sul contenimento e su un approccio securitario più che sulla protezione internazionale e i diritti fondamentali delle persone migranti".

L'appello di Msf a Italia e Francia

Sulla base delle testimonianze e dei dati medici raccolti a Ventimiglia e al confine con la Francia, Msf esorta l’Italia, la Francia e gli altri paesi europei a mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire dignità e protezione alle persone vulnerabili in transito e chiede pertanto di: porre fine ai respingimenti sistematici e indiscriminati e ai trattamenti degradanti e inumani sia alle frontiere interne che esterne dell’Unione Europea; porre fine alla detenzione arbitraria delle persone migranti e all’uso della violenza alle frontiere; garantire un trattamento umano e adeguato alle esigenze specifiche di questa popolazione, nonché l’accesso all’assistenza sanitaria e a condizioni di vita dignitose per le persone in transito a Ventimiglia, in Italia e in Europa; garantire passaggi legali e sicuri alle persone che cercano assistenza e protezione in Europa; garantire il diritto dei minori stranieri di chiedere asilo sul territorio francese ed europeo.

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