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Resa nei conti nel Pdl: si smarca anche Miccichè

In casa Pdl abbondano i problemi. Micchiché ha deciso di staccarsi dal partito e di fondare un gruppo autonomo; e anche giornalisti “amici” come Ferrara, Sallusti, Belpietro e Feltri non lesinano critiche nei confronti di Berlusconi e del suo partito.
A cura di Alfonso Biondi
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Leader di Forza Sud

In casa Pdl si inizia a respirare un'aria decisamente pesante. La nave inizia a imbarcare acqua e chi prima era spalla fedele del comandante adesso pensa solo a sé stesso. E' il caso della stampa amica o dei colleghi politici che ora cercano di rigirare a proprio vantaggio una situazione che per Berlusconi è tutt'altro che rosea. E' il caso di Gianfranco Micciché, leader di Forza del Sud, che ha deciso di staccarsi dal Pdl e di costituire un gruppo autonomo sia alla Camera che al Senato. "Oggi come oggi alla Camera siamo una decina e quindi non abbiamo i numeri per poterci costituire in un gruppo. Per adesso ci iscriveremo al gruppo misto. Comunque la strada è già segnata"- ha dichiarato Micciché.  Anche a Palazzo Madama i senatori disposti a seguire il leader di Forza del Sud sono 4 o 5, quindi neanche lì è pensabile la costituzione in un gruppo, anche se un domani potrebbe esserlo.

Insomma il partito sudista va per la sua strada, ma l'appoggio alla maggioranza di governo non è in discussione. O almeno non dovrebbe esserlo fino a quando Forza del Sud lo deciderà. Micciché, a margine di un colloquio a Palazzo Grazioli con Berlusconi, avrebbe detto di voler "incidere" nel governo come fa la Lega. Berlusconi è avvisato.

"I SERVI LIBERI" CONTESTANO IL PADRONE

Ma anche la stampa amica ha sparato a zero sul Berlusconi e sul partito. Giuliano Ferrara 2 giorni fa ha chiamato a raccolta i più celebri esponenti della stampa filoberlusconiana: il direttore di Libero Maurizio Belpietro, l'editorialista Vittorio Feltri, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti e il direttore del Tempo Mario Sechi.

"L'adunata dei servi liberi del Cavaliere", così come l'ha chiamata Ferrara, aveva come obiettivo quello di scuotere un centrodestra fermo e stuzzicare un leader che inizia a perdere colpi. "Se Berlusconi ha deciso di vivacchiare può anche programmare una sua uscita, se invece decide di vivere allora deve fare qualcosa per un vero rinnovamento così da essere nuovamente legittimato dal quel grande consenso che è ancora così vasto"- ha tuonato Ferrara. Il giornalista ha anche rilanciato l'idea della primarie, un'idea come un'altra per dare nuova linfa al partito. Su questo punto Belpietr è parso abbastanza scettico, perché, a suo dire, significherebbe certificare "che è iniziato il dopo Berlusconi". Anche Mario Sechi ha ribadito che il Berlusconi di adesso è un leader in seria difficoltà: "O Berlusconi cambia o gli elettori cambiano lui"- ha dichiarato il direttore del Tempo. Più lungimirante Vittorio Feltri: "dobbiamo impegnarci a morte per arrivare al 2013 e vincere le elezioni, altrimenti torno qui e mi sparo". Ecco una ricostruzione dell'adunata dei "servi liberi" proposta ieri da Annozero:

http://www.youtube.com/watch?v=ISd560hcHAw&list=PLA4FA7B190696CC26

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