Renzo Bossi si dimette da consigliere regionale. Il senatùr: “Ha fatto bene”
Dopo le dimissioni rassegnate dal padre, anche Renzo Bossi decide di fare un passo indietro e annuncia di voler lasciare l'incarico di consigliere regionale della Lombardia. "Lascio senza che nessuno me l'abbia chiesto, faccio un passo indietro in questo momento di difficoltà, do l'esempio"- ha dichiarato il Trota ai microfoni di Tgcom 24, sottolineando la difficoltà di una scelta fatta per "salvare il movimento e dare alle domande che tutti si pongono le risposte che nel giro di poco tempo si avranno". Bossi jr ha deciso così di accontentare tutti quei militanti che- a seguito dell'esplosione del caso Belsito e delle indagini sull'utilizzo dei fondi del partito per esigenze della famiglia Bossi- avevano chiesto la sua testa. Il Trota, però, continua a dirsi sereno e a dichiarare di aver fiducia nei magistrati: "Sono sereno, in consiglio regionale negli ultimi mesi ci sono state diverse vicende giudiziarie che hanno portato a indagare più di una persona. Io non lo sono ma, credo sia giusto e opportuno in questo momento per il mio movimento fare un passo indietro".
Il senatùr: "Ha fatto bene"- Umberto Bossi, raggiunto dai cronisti, s'è detto d'accordo con la decisione presa dal figlio. "Ha fatto bene, erano due o tre mesi che mi diceva che era stufo di stare in Regione, non si trovava"- ha dichiarato il senatùr, che le sue dimissioni le aveva rassegnate lo scorso 5 aprile. E quando gli è stato chiesto qualcosa sulla possibile espulsione dal partito del vicepresidente del Senato Rosi Mauro e di altri esponenti invischiati nella bufera giudiziaria che sta facendo vacillare il Carroccio, l'ex numero uno della Lega si è trincerato dietro un poco eloquente "Poi vediamo". Indicazioni importanti sugli orientamenti della base potranno arrivare dalla manifestazione che si terrà domani a Bergamo."Sarà in quella sede che i militanti avranno le loro risposte"- ha fatto sapere ieri su facebook Roberto Maroni, sempre più orientato a fare pulizia nel partito.
Formigoni: "Bene così", Salvini: "Un peccato" – "Leggo l'annuncio delle dimissioni di Renzo Bossi dal Consiglio regionale della Lombardia. Bene così". E' stata questa la reazione del governatore della Lombardia Roberto Formigoni all'annuncio di Renzo Bossi di dimettersi da consigliere regionale. Di parere diverso l'europarlamentare leghista Matteo Salvini che affida a facebook il suo punto di vista "Pare che Renzo Bossi si dimetta. Un vero peccato…". E poi: "Salutato Renzo, ora tocca a qualcun altro (non solo in Lombardia) e la Lega riparte: se mandiamo avanti solo chi merita, quello Stato che ogni anni deruba il Nord di 100 miliardi di euro avrà vita breve!".
L'autista del Trota: "Ero il suo bancomat"- E Alessandro Marmello, autista del Trota, getta altra benzina sul fuoco. In un'intervista al settimanale "Oggi", in edicola domani, Marmello racconta di aver lavorato come autista del figlio del senatùr per 3 mesi nel 2009; nel 2011, invece, venne assunto con un contratto a tempo indeterminato, firmato dal tesoriere Francesco Belsito. Ebbene, da quel momento, spiega l'autista, "avrei avuto disponibilità di denaro contante per le spese relative al mio servizio. Ogni volta che avevo bisogno di soldi per fare benzina, oppure pagare eventuali spese per la manutenzione dell'auto, potevo andare direttamente all'ufficio cassa alla sede della Lega, firmare un documento che non prevedeva giustificazioni particolari e ritirare ogni volta un massimo di 1.000 euro". Quel denaro gli veniva dato come corrispettivo degli scontrini e delle ricevute che presentava. "E tra queste ricevute- spiega Marmello- molte mi erano state date da Renzo per coprire sue spese personali: poteva essere la farmacia, ristoranti, la benzina per la sua auto, spese varie, cose così. La situazione stava diventando preoccupante e ho cominciato a chiedermi se davvero potevo usare il denaro della Lega per le spese personali di Renzo Bossi". L'autista ha raccontato di sentirsi il "bancomat" di Bossi jr e di aver parlato della faccenda con Belsito, dal quale, però, non ricevette una spiegazione chiara.