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Renzi vuole fare un “partito di Draghi” con tutti i centristi sul modello di “En Marche” di Macron

Un partito liberal-progressista che riunisca la cosiddetta “area Draghi”. È il progetto che ha in mente Matteo Renzi per un possibile bis dell’attuale premier.
A cura di Giacomo Andreoli
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Un partito liberal-progressista che riunisca la cosiddetta "area Draghi". È il progetto che ha in mente Matteo Renzi e che spiega in un'intervista al Corriere della Sera. Il leader di Italia Viva è infatti convinto che "esiste uno spazio da colmare e non dargli una casa e un tetto per mere ragioni di egocentrismo personale sarebbe folle e da irresponsabili".

La nuova formazione politica potrebbe partire da Italia Viva e Italia al Centro di Toti, per mettere insieme tutti i centristi di varia estrazione, da Azione di Calenda, +Europa di Bonino e Coraggio Italia di Brugnaro, fino a Centro democratico di Tabacci e parte di (o l'intera) Forza Italia. Il partito, definito "sano contenitore riformatore" potrebbe "andare facilmente a doppia cifra" e fare da spartiacque tra destra e sinistra. Così, in caso di elezioni nel 2023 senza un vincitore, porsi come ago della bilancia per un nuovo "governo del presidente".

Quest'ultima ipotesi, secondo Renzi, "è tutt’altro che azzardata", anche se "è prematuro parlarne". Per l'ex premier, però, "se l'esecutivo Draghi non darà risposte concrete a quello che l’ad di JPMorgan, Dimon, chiama ‘un uragano in arrivo', riferendosi a una tempesta economica di rara gravità, il governo di domani sarà saldamente nelle mani dei populisti". Quindi, secondo Renzi, bisogna governare bene e solo dopo pensare a "un a tetto comune agli anti populisti e una maggioranza 2023-2028 capace di mettere mano alle riforme".

Il leader di Italia Viva si dice poi convinto che l'attuale esecutivo non sia a rischio e che le tensioni siano "tutta scena che serve ai grillini per racimolare visibilità e qualche decimale nei sondaggi". Proprio al numero uno del M5S, Conte, suggerisce di chiamare Di Maio e, "se pensa stia sbagliando sulla politica estera, chiedergli di dimettersi".

Per Renzi tra il presidente grillino e Salvini ci sarebbe un ritrovato asse, venuto a galla a gennaio durante l'elezione del Capo dello Stato. Quindi parla di un possibile periodo, da qui in avanti, di sola compagna elettorale. "Ma soprattutto ci aspetta un anno di inflazione e aumento del costo della vita – aggiunge- per questo dico che l’unica strategia possibile è aumentare i salari, smettendo la folle politica di sussidi cominciata con l’approvazione del vergognoso Reddito di cittadinanza".

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