video suggerito
video suggerito

Renzi su Tempa Rossa: “un attacco a tutto il Parlamento”

Nel corso del Consiglio dei ministri riunitosi per approvare il Def il Premier definisce “incredibile” la modalità con cui viene condotta l’inchiesta lucana e sollecita un cambiamento nel regolamento sulle intercettazioni.
A cura di Redazione
334 CONDIVISIONI
Immagine

"Un attacco a tutto il Parlamento", questa la sintesi del Premier Renzi sulle intercettazioni che stanno caratterizzando il caso Tempa Rossa. Come riportato da Repubblica.it, in occasione del Consiglio dei ministri riunitosi per approvare il Def, il Capo del governo ha mostrato tutte le proprie preoccupazioni verso "una vicenda condotta in modo incredibile con pezzi dell'inchiesta fatti filtrare un po' alla volta". In particolare Renzi esprime perplessità circa la condotta dei magistrati: "Due testimoni interrogati prima degli arrestati, una cosa assurda. Non è accettabile che i magistrati convochino un ministro esercitando una sorta di sindacato sull'azione legislativa". Renzi fa dunque un riferimento esplicito alla convocazione del ministro Boschi da parte dei pm dell'affaire Tempa Rossa, ma esprime nervosismo anche per il "gravissimo dossieraggio contro Delrio".

Il governo affronta uno dei momenti più critici sotto la guida di Renzi, ma il punto, precisa ancora il premier, è che "ci sono elementi di inopportunità politica e istituzionale. E ci sono intercettazioni che hanno a che fare con la vita privata senza alcun nesso con l'inchiesta". Il che non solo rende l'inchiesta di Tempa Rossa – o, secondo la lettura del Capo del governo, la modalità attraverso cui viene portata avanti – un "attacco a tutto il Parlamento", ma anche una questione di sicurezza del paese: "intercettare il capo della Marina rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale. Non solo. Diffondere quelle conversazioni nel bel mezzo di una crisi internazionale peggiora la situazione". Ragion per cui il politico fiorentino prende tempo e resiste a chi – anche dall'interno dello stesso governo – preme per sostituire l'ammiraglio De Giorgi.

Evocare la situazione internazionale, con tutte le sue incertezze in materia economica e di politica estera, è sufficiente a sollecitare un cambiamento. Il Ministro della giustizia Orlando conviene con Renzi e aggiunge che "tante procure hanno adottato un codice di autodisciplina sulle intercettazioni. Lo ha fatto Spataro, lo ha fatto Pignatone", i magistrati delle procure di Torino e Roma. È possibile una riforma in accordo con la magistratura, ma – precisa ancora il Guardasigilli – anche il Parlamento deve fare la sua parte, poiché "non basta dire che i processi devono essere più veloci quando il processo breve è bloccato a Palazzo Madama sempre da otto mesi".

334 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views