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Renzi: “Sono sconvolto per Mafia Capitale, commissariato il Pd di Roma”

Il Premier affida il partito capitolino a Matteo Orfini. Sul Jobs act: “Giornata storica”
A cura di Antonio Palma
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"Sono sconvolto perché vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia mi colpisce molto. Vale per tutti il principio di presunzione di innocenza, ma certe vicende fanno rabbia e i politici romani devono fare una riflessione profonda", così Matteo Renzi, ospite della trasmissione di Bersaglio Mobile di Enrico Mentana su La7, commenta l'inchiesta sulla mafia a Roma. A questo proposito il Premier ha annunciato il commissariamento del Pd romano affidandone la guida al Presidente nazionale del Pd Matteo Orfini. "Ho accolto la proposta di Cosentino di un passo indietro e ho decido il commissariamento del Pd di Roma nella persona di Matteo Orfini" ha spiegato infatti Renzi, aggiungendo: "Certo l'epicentro è amministrazione di Alemanno ma alcuni nel Pd romano non possono tirare un sospiro di sollievo". "Io non voglio più sentire aggettivi, voglio che si vada a processo, che ci sia la sentenza, che magari escano quelli che possono essere innocenti, come a volte capita in queste inchieste" ha concluso il Premier.

L'approvazione del Jobs Act

Per quanto riguarda invece il Jobs Act approvato oggi in Senato, Renzi ha mostrato soddisfazione. "Oggi è un giorno storico per il paese, l'approvazione del jobs act segnerà la storia dei prossimi anni. Mentre la politica politicante parla di questioni estranee alla vita quotidiana, noi parliamo di cose reali del paese" ha commentato infatti il Presidente del Consiglio, aggiungendo: "Il Jobs Act porta la legislazione italiana allo stesso livello di quelle di altri Paesi, si impedisce ai giudici di intervenire definendo in via autonoma se un dipendente deve essere non indennizzato, ma reintegrato e questo costituisce un rischio per le aziende, che non vengono a investire in Italia". "Noi non copiamo le leggi da Confindustria, io non sono andato all'assemblea di Confindustria, che ha gli stessi limiti di autoreferenzialità dei sindacati e di altre associazioni" ha affermato ancora il premier che poi rivolgendosi ai sindacati ha dichiarato: "Non tratto con i sindacati sulle leggi, c'ho già deputati e senatori figuriamoci se sulle leggi mi metto a trattare anche con i sindacati. Chi sciopera il 12 dicembre dice che sciopera contro il governo che ha dato gli 80 euro e non contro chi li ha tolti, sciopera contro chi ha tolto i co.co.co e co.co.pro e non con contro chi li ha messi, contro il governo che ha ridotto le tasse e non contro chi le ha alzate".

"Serve un grande piano industriale"

"Sono molto più il sindaco d'Italia che il presidente del Consiglio, io ho girato come un ossesso, è giusto che il presidente del Consiglio vada anche nei luoghi del dolore" ha poi sottolineato Renzi, assicurando: "Mi tirano le uova, mi insultano, me li prendo. Non mi faccio chiudere, non ho paura". Ora "serve un grande piano industriale per l'Italia: regole semplici, nessuna incertezza agli imprenditori sul sistema Italia e poi investire di più sull'università, la ricerca e la scuola" ha annunciato Renzi, spiegando: "Agli imprenditori abbiamo tolto gli alibi non si possono più fare scherzi e giochini. Sono piccoli e grandi segnali che portano a dire che l'Italia ha tutto per farcela tranne la fiducia in noi stessi".

Il Patto del Nazareno e il rapporto con l'Unione europea

Sul Patto del Nazareno Renzi ha assicurato che nell'accordo con Silvio Berlusconi "non c'è l'agibilità politica e non c'è il Quirinale dove" vige invece "un principio di buon senso, si cercherà di votare il presidente della Repubblica a larga maggioranza".  Per quanto riguarda l'Europa, il piano Juncker sembra avere un meccanismo "un po' arzigogolato" e "a quel punto al Consiglio Ue del 18-19 dicembre dirò ‘iniziate a sbloccare dal Patto di stabilità un po' di investimenti" ha annunciato Renzi che poi ha indicato l'Italia come spina dorsale dell'Unione: "Noi siamo l'Europa come e più degli altri. Voglio che l'Italia sia ascoltata e noi abbiamo proposto un cambiamento delle politiche"

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