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Renzi: “Siamo con Obama contro Isis”. E su lavoro: “Riforma non rinviabile”

Il Presidente del Consiglio dagli Stati Uniti ribadisce l’appoggio dell’Italia alla coalizione contro l’Isis e rilancia sulla riforma del mercato del lavoro.
A cura di Redazione
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La trasferta americana ha regalato qualche giorno di relativa tranquillità al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha evitato il pantano della polemica politica di questi giorni, limitandosi a qualche messaggio e ad una serie di foto ricordo con i big della Silicon Valley. Oggi però il segretario del Partito Democratico era impegnato all'assemblea delle Nazioni Uniti e, incontrando i giornalisti in una pausa dei lavori, non si è sottratto ad alcune considerazioni sulle delicate questioni politiche interne ed internazionali.

Renzi ha subito chiarito come non sia in discussione la partecipazione dell'Italia alla coalizione internazionale contro l'Isis: "Ho molto apprezzato la sottolineatura che Obama ha fatto circa il fatto che quella contro l'Isis non è una guerra all'Islam non è una guerra di religione, non è uno scontro di civiltà. Noi abbiamo scelto di aderire alla coalizione internazionale con due paletti: i principi della Carta dell'Onu e le indicazioni che darà il Parlamento". Tra le altre cose Renzi ha spiegato come nella giornata di ieri abbia avuto un "breve colloquio, con qualche scambio di battute" proprio con il Presidente degli Stati Uniti: un breve confronto nella consapevolezza che "siamo in un momento molto delicato e significativo a livello internazionale, sembrava tutto in discesa, invece si aprono scenari di guerra anche in luoghi che sembravano al sicuro […] Anche in Libia ad esempio c'è una "sottovalutazione nel dibattito pubblico della necessità di trovare soluzioni intelligenti e pluriennali".

Quanto alla principale questione politica in discussione in Italia, la riforma del mercato del lavoro ed il progetto di revisione / cancellazione dell'articolo 18 con l'introduzione del contratto di lavoro a tutele crescenti, il Presidente del Consiglio ha ribadito la volontà di procedere ad una consultazione ampia, ma ha affermato: "La riforma non è più rinviabile". "La prima cosa – ha aggiunto – è cambiare il mercato del lavoro in Italia, che è focalizzato sul passato. Le persone della sinistra, leader della mia parte politica e non della destra, pensano che va ad ogni costo mantenuto lo Statuto dei Lavoratori e che questo è l'unico modo per essere uomini di sinistra". "Cambiare – sostiene il premier – significa evitare la possibilità che un giudice decida se una persona può cambiare o meno posto di lavoro". Il Presidente del Consiglio ha quindi concluso: "Lunedì presenterò in direzione le mie idee sulla riforma del lavoro, che sono condivise", quindi "ci sarà un dibattito, si discute e alla fine si decide, si vota e si fa tutti nello stesso modo, si va tutti insieme".

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