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Renzi pronto a lasciare la segreteria del PD

Le agenzie battono la notizia secondo cui Matteo Renzi avrebbe deciso di dimettersi da segretario del Pd dopo la sconfitta elettorale. Il suo portavoce smentisce e rimanda alla conferenza stampa di oggi pomeriggio.
A cura di Redazione
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AGGIORNAMENTO: Pochi minuti dopo la diffusione della notizia, è arrivata la smentita del suo portavoce, Marco Agnoletti, che non ha dato ulteriori dettagli circa le intenzioni di Matteo Renzi, ma ha rimandato alla già prevista conferenza stampa di oggi pomeriggio, che si terrà al Nazareno alle 17:

Matteo Renzi ha deciso di dimettersi da segretario del Partito Democratico dopo la durissima sconfitta alle elezioni del 4 marzo 2018. La decisione sarà ufficializzata nel corso della conferenza stampa di oggi al Nazareno, ma è stata anticipata in queste ore alle agenzie di stampa. Prima delle elezioni, l'ex Presidente del Consiglio aveva fatto capire di essere disposto a continuare a guidare il PD anche nel caso in cui fosse andato incontro a un brutto risultato: le proporzioni della sconfitta, però, sono state talmente ampie da convincerlo a cambiare idea. Il Partito Democratico ha infatti ottenuto poco più del 19% dei consensi, il più basso risultato della storia, meno della metà di quanto ottenuto sotto la guida dello stesso Renzi alle europee del 2014.

Ricordiamo che lo stesso Matteo Renzi era diventato segretario del PD pochi mesi dopo le elezioni politiche del 2013, che videro la "non vittoria" della coalizione guidata da Pierluigi Bersani. L'allora Sindaco di Firenze aveva ottenuto l'investitura di iscritti e militanti battendo alle primarie Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Pochi mesi dopo, la decisione di sostituire Enrico Letta alla guida del Governo e dunque la nomina come Presidente del Consiglio. Alla fine del 2016, dopo la sconfitta subita al referendum per la riforma della Costituzione, Renzi aveva poi deciso di dimettersi da Palazzo Chigi e di anticipare il congresso del partito. Alle primarie del marzo successivo, gli iscritti lo avevano riconfermato alla guida del PD, regalandogli una nettissima affermazione sul ministro della Giustizia Andrea Orlando e sul governatore della Puglia Michele Emiliano.

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