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Renzi scrive ai prof neo – assunti: “Grazie a noi le cose sono cambiate”

Il Presidente del Consiglio scrive ai prof che hanno accettato la proposta di assunzione: “Essere considerati pacchi postali da spedire in varie zone della provincia e attendere le convocazioni di fine agosto come un rito umiliante e angoscioso. So quanto per molti di voi tutto ciò sia stato vissuto come una profonda ingiustizia: impossibile del resto apprezzare uno Stato che rende precario il lavoro più importante, quello di insegnante”.
A cura di Redazione
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Come vi abbiamo raccontato, sono stati in tutto 48.784 i docenti precari che hanno ricevuto una proposta di assunzione a tempo indeterminato, con l’assegnazione della sede di incarico da parte del ministero dell’Istruzione. Si trattava della cosiddetta “fase C”, che prevedeva un totale di 55.258 assunzioni di cui 48.812 di “posti comuni” e 6.456 per il “sostegno” (ricordiamo che per i 6.464 posti non assegnati in questa fase si procederà con le supplenze annuali e poi con il concorso).

I docenti che hanno accettato la proposta, assieme all’assegnazione dell’incarico, nella loro casella postale hanno trovato anche una lettera del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nella missiva Renzi prima di tutto ringrazia i professori per aver accettato la proposta del ministero e poi ricostruisce le fasi del percorso che ha portato alle assunzioni, soffermandosi sulle scelte dell’esecutivo:

Per anni le Istituzioni hanno permesso che si creasse un ingiustificato e odioso precariato tra i docenti. Conosco bene la rabbia e la frustrazione che tutto ciò ha provocato in molti suoi colleghi. Non poter assicurare continuità educativa ai ragazzi, dover cambiare istituto ogni anno senza una progettualità, ricevere la lettera di licenziamento alla fine dell'anno scolastico anziché gli auguri di buone vacanze. Essere considerati pacchi postali da spedire in varie zone della provincia e attendere le convocazioni di fine agosto come un rito umiliante e angoscioso. So quanto per molti di voi tutto ciò sia stato vissuto come una profonda ingiustizia: impossibile del resto apprezzare uno Stato che rende precario il lavoro più importante, quello di insegnante […]

Le cose sono cambiate – aggiunge il premier nella sua lettera -. Con la Buona Scuola abbiamo innanzitutto messo più soldi nell'educazione, più soldi per i professori, più professori per i nostri figli contro l'insopportabile filosofia delle classi pollaio. E con la Buona Scuola abbiamo anche messo la parola fine al modo scandaloso con cui vi hanno trattato in questi anni. Vorrei essere chiaro: abbiamo solo fatto il nostro dovere, niente di più. Lo Stato infatti aveva formato Lei e i suoi colleghi per diventare professori. Vi aveva attribuito il diritto di diventarlo. E poi vi ha lasciato per anni nel limbo. Non abbiamo fatto niente di speciale, solo il nostro dovere. Ma ci abbiamo messo passione, impegno, determinazione. Senza la Buona Scuola gli insegnanti sarebbero restati per anni, qualcuno per più di un decennio, precari, ostaggi di convocazioni, graduatorie, punti da conquistare con discutibili procedure

[…] Se avessimo bloccato il cammino della Buona Scuola oggi saremmo tornati all'anno zero. Abbiamo fatto tesoro delle tante critiche ricevute, ma abbiamo mantenuto la parola data: Lei adesso è a tutti gli effetti un insegnante a tempo indeterminato. È finalmente "entrato di ruolo”

[…] Lei ha studiato, ha sicuramente un'ottima preparazione, conosce bene la materia che insegna. E noi siamo orgogliosi della scuola italiana che con tutti i suoi limiti ha punti di forza straordinari. Abbiamo bisogno che indipendentemente dalle differenze religiose, politiche, culturali, civili, economiche la scuola dia ai nostri ragazzi l'opportunità di credere nei loro mezzi. Di valorizzare i propri talenti. La scuola è la più grande opportunità per dare a tutti – nessuno escluso – la possibilità di trovare la propria strada per la felicità. Lei ha una responsabilità meravigliosa e difficilissima, non si stanchi mai di crederci, anche quando Le sembrerà difficilissimo. L'Italia di domani sarà come la faranno i professori di oggi. Noi faremo di tutto per aiutare questo lavoro, cercando di fare sempre di più per la scuola di questo affascinante e struggente Paese. Il mio saluto più cordiale, congratulazioni e buon lavoro. Matteo Renzi

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