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Renzi: “Rispetto i magistrati e aspetto le sentenze. Polemiche sono un film già visto”

“Il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli”, ha scritto il premier nella sua Enews. Spazio anche al fallimento delle mozioni di sfiducia e al mancato raggiungimento del quorum sulle trivelle.
A cura di Claudia Torrisi
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renzi 2016

Le mozioni di sfiducia fallite, il quorum non raggiunto nel referendum sulle trivelle della settimana scorsa. Nella Enews di oggi il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha messo i puntini sulle ‘i' riguardo le vicende che hanno interessato il governo negli ultimi giorni. "Dovevano mandarci a casa. Lo avevano promesso Salvini e Di Maio. Lo avevano annunciato con titoli roboanti in tutte le loro partecipazioni televisive: presenteremo una nuova mozione di sfiducia perché stavolta abbiamo i numeri. È finita che abbiamo preso più voti di sempre. Loro annunciano in tv che noi non abbiamo i numeri: poi si va in Aula e ogni volta perdono qualcuno. Diciamo che a noi le mozioni di sfiducia portano bene, dai.", ha scritto riguardo le mozioni respinte martedì scorso.

Il presidente del Consiglio è intervenuto anche  sulla polemica innescata dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo. "Tutti i giorni leggo polemiche tra politici e magistrati – ha scritto Renzi – Un film già visto per troppi anni. Personalmente ammiro i moltissimi magistrati che cercano di fare bene il loro dovere. E anche i moltissimi politici che provano a fare altrettanto. Il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli. Io rispetto i magistrati e aspetto le sentenze".

Poi, la consultazione di domenica scorsa sulle trivelle: "L'Italia ha parlato respingendo un referendum inutile. Che poteva diventare dannoso in caso di approvazione", ha detto Renzi, secondo cui occorre "molto rispetto per tutti i cittadini. Per chi ha votato sì, per chi ha votato no, per chi si è astenuto. Il referendum ha i suoi vincitori: i lavoratori del polo di Ravenna e delle altre zone interessate. E ha i suoi sconfitti: qualche consigliere regionale che ha cavalcato il referendum pensando di farlo diventare occasione di battaglia interna. Vincitori e vinti, tutti insieme, adesso, possono lavorare per il bene dell'Italia. Il Governo c'è". Per "confermare questo impegno" il premier ha ricordato di aver partecipato alla firma dell'accordo di Parigi sul cambiamento climatico nella sede dell'Assemblea ONU di New York: "L'Italia è leader nelle rinnovabili, vuole trasformare il sistema di mobilità metropolitano, è pronta a investire sull'efficientamento energetico delle abitazioni, sta investendo in tecnologia, è punto di riferimento in Europa e nel mondo". Spesso, ha concluso Renzi, "anche il gruppo dirigente ignora quanta Italia che funziona ci sia nelle rinnovabili o nelle nuove tecnologie legate all'ambiente".

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