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Renzi prova a rassicurare Calenda: “Non c’è motivo per rompere il Terzo Polo, partito unico si farà”

Il leader di Iv Matteo Renzi prova a ricucire con Calenda, ma il progetto del Terzo Polo è in crisi: “Noi non manderemo a monte adesso il progetto di fare il partito unico”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo una giornata di polemiche e veline il senatore Matteo Renzi, da poco nominato direttore de il Riformista (il suo incarico inizierà formalmente il 3 maggio prossimo), ci tiene a smentire la frattura con Azione: "È inspiegabile, non c'è alcun motivo politico per rompere il progetto del Terzo polo. Qualcuno dice che la rottura che viene paventata da Azione nasce per esigenze legate ai soldi, al Riformista, allo scioglimento dei partiti di origine. Si tratta di alibi e di finte motivazioni", ha detto nel suo intervento alla riunione di Italia viva.

"Sui soldi: dall'inizio dell'unione Italia viva-Azione abbiamo dato circa un milione e mezzo di euro, la maggior parte per promuovere il volto e il nome di Calenda, ci sono le fatture", ha spiegato il leader di Iv.

"Sul Riformista voglio essere molto chiaro. Nella telefonata che ha preceduto la mia conferenza stampa Carlo era entusiasta e mi ha spiegato che bisognava fare il giornale del Terzo polo. Io gli ho spiegato di no, non aveva senso". 

"A tutti voi dico è folle mandare a monte adesso. Noi non manderemo a monte adesso il progetto di fare il partito unico", ha detto ancora. Eppure all'incontro di Iv si registrano toni "durissimi" contro Matteo Richetti e Carlo Calenda. Gli interventi più decisi sarebbero stati, secondo l'Adnkronos, quelli di Teresa Bellanova, Roberto Giachetti, Sandro Gozi, Ivan Scalfarotto, Lisa Noja.

"Non c'è nessun cambio di linea da pare nostra, anzi. Abbiamo accettato di tutto, il passo indietro mio, il partito unico, la polemica sui simboli alle regionali. Non so cosa altro poter accettare, abbiamo accettato persino che per il congresso valesse anche per il tesseramento unico che è complicato da gestire. Non possiamo accettare altro", ha aggiunto Renzi.

"Macron è l'unico leader europeo, lo abbiamo visto anche in queste ore, potremmo fare un super risultato alle elezioni europee e invece siamo costretti a uno stop and go che disorienta innanzitutto i nostri", ha affermarto l'ex premier. "Credo che con molta calma dobbiamo mantenere l'obiettivo che ci eravamo dato e che è quello delle europee 2024. Quella è la battaglia decisiva. Lì il terzo polo o fa un buon risultato o il percorso fatalmente è destinato a venire meno", ha spiegato.

Cosa è successo tra Calenda e Renzi

Le tensioni tra i due leader iniziano con una dichiarazione rilasciata all'Ansa da una fonte anonima, che l'agenzia attribuisce a un alto dirigente di Azione, che ha dichiarato che "la pazienza del gruppo dirigente di Azione" nei confronti di Matteo Renzi "si è esaurita". "L'unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l'impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali", ha detto ancora la fonte.

Da qui partono le repliche di diversi esponenti di Italia viva: "Non c'è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime", rispondono Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, portavoce nazionali di Italia Viva. "Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C'è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi", aggiungono. "Quanto a Renzi: gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto. Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?".

A meno di due mesi dalla sua nascita ufficiale – il 10 giugno sono convocate le assemblee nazionali di Azione e Italia viva per l'ok formale al partito unico – il cantiere Terzo polo rischia di saltare. Molti dei problemi sembrano legati proprio al nuovo ruolo di direttore de Il Riformista assunto da Renzi, ma non solo: "Uno deve decidere se nella vita fa politica o informazione. Quando mi telefona Renzi mi parla del partito o mi intervista per il Riformista?", si domanda Matteo Richetti. Ma non è tutto.

"La vera ragione per cui Carlo è impazzito è che ha capito che qualcuno di noi vuole candidarsi contro di lui", attaccano i renziani, che continuano a fare il nome di Luigi Marattin come possibile avversario del leader di Azione nella corsa alla segreteria del partito unico.

Secca la replica dal quartier generale di Calenda: "Il nodo è che Renzi, tornato a fare il segretario di IV, non vuole scioglierla e non vuole destinare il 2×1000 al nuovo partito. Il ragazzo sui soldi non scherza", è l'accusa, che però viene respinta al mittente dai renziani: "Sciocchezze".

Il tesoriere di Iv Francesco Bonifazi precisa: "Italia Viva ha contribuito in modo paritetico rispetto ad Azione a tutte le campagne elettorali del Terzo polo", sottolineando come "la scelta di come destinare i soldi è stata presa dal senatore Carlo Calenda che ha optato nella stragrande maggioranza dei casi per affissioni recanti il suo volto e il suo nome". In sei mesi Iv "ha contribuito al momento per oltre 1 milione e 200.000 euro. Quanto al futuro 2×1000 andrà ovviamente alla struttura legittimata dal congresso democratico".

A metà giornata la situazione sembra disperata, e Calenda appare sul punto di rompere definitivamente: "Per quanto concerne Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l'unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte", mette nero su bianco su Twitter.

Da Iv la replica è affidata a Elena Bonetti e Maria Elena Boschi: "È urgente costruire un partito di centro che ricomponga le idee riformiste, liberali e popolari. Di questo sono in coscienza convinta e su questo continuo a lavorare", dice la vicepresidente della federazione. "Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione", le fa eco la deputata renziana.

Le condizioni di Calenda: "Renzi sciolga Italia viva"

"Il progetto che abbiamo avviato non può interrompersi – ribadisce Maria Stella GelminiL’obiettivo e i tempi per la nascita del nuovo soggetto sotto la guida di Carlo Calenda, sono già stati condivisi: ora si tratta di precisare rapidamente le modalità, perché è evidente che la nascita del partito unico presuppone che i nostri singoli soggetti di provenienza vengano sciolti". Calenda, in tv, lo dice chiaro: "Abbiamo promesso di fare un partito unico con lo scioglimento dei due partiti, Azione e Italia viva e su questo Renzi non sta rispondendo e questo non va bene, bisogna farlo in modo serio e trasparente, altrimenti non si fa. Lui vuole mantenere Italia viva ma non si può fare, altrimenti sono tre partiti, non uno. Renzi deciderà confrontandosi con i suoi e io ne prenderò atto".

Renzi ragiona sulle condizioni dell'alleato nella riunione notturna con i suoi: "I partiti si sciolgono dopo il congresso – è il ragionamento – Mai visto un partito sciogliersi prima". 

In serata Azione pubblica un nuovo tweet: "Questa è la proposta mandata a Renzi per la costituzione del partito unico settimane fa e da lui respinta. Non prevede alcuno scioglimento preventivo di IV e Azione, anzi si parla del 2025. E sono presenti tutte le garanzie di democraticità. Aspettiamo risposte di merito". 

Nel lungo documento, diviso per capitoli, si precisa tra le altre cose: "Entro il 15 giugno 2023, approvazione del manifesto politico e delle regole del nuovo partito unico da parte delle assemblee dei soggetti partecipanti con voto sull'intera proposta senza possibilità di modifica". Poi, "entro il 15 settembre, chiusura delle iscrizioni rilevanti ai fini della costituente. Entro il 30 settembre, presentazione delle candidature agli organi nazionali del nuovo soggetto" con "costituente ed elezione degli organi nazionali entro la fine di ottobre, in modo da poter iscrivere il nuovo soggetto al registro dei partiti in tempo per poter anche essere ammesso al 2/1000". Inoltre, "Azione e IV trasferiranno al nuovo partito il 70% delle somme ricevute dal 2/1000 a partire dalla 2° rata del 2023 fino allo scioglimento dei partiti che dovrà avvenire entro il 1° trimestre del 2025". 

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