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Renzi: “Non c’è nessuna invasione in atto. Basta commuoversi, è tempo di muoversi”

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi nella sua tradizionale newsletter: “A casa nostra qualcuno ha raccontato per mesi che l’immigrazione era un problema tutto locale, figlio della cattiva gestione politica di un Governo o di una prefettura. Si è fatto credere che l’Italia fosse invasa e il mondo invece stesse bene. Finché la realtà si è presa una bella rivincita”.
A cura di Redazione
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Torna a scrivere la sua tradizionale eNews il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. E sceglie di affrontare i temi all’ordine del giorno della polemica politica, a partire dalla questione dell’immigrazione, sulla quale è da tempo battaglia di dichiarazioni e slogan con l’opposizione parlamentare ed in particolare con il leader della Lega Nord Matteo Salvini. “A casa nostra qualcuno ha raccontato per mesi che l'immigrazione era un problema tutto locale, figlio della cattiva gestione politica di un Governo o di una prefettura”, attacca Renzi, ricordando invece le dimensioni “globali” del fenomeno migratorio e riproponendo l’idea di un’Italia punto di riferimento nel contesto internazionale.

Poi una considerazione sulla presunta emergenza e sull’insussistenza della paventata “invasione”:

Il numero delle donne e degli uomini che raggiungono le nostre coste è più o meno lo stesso, identico, dello scorso anno. Non c'è invasione, dunque. Si può discutere e riflettere insieme su come gestire al meglio la complicata partita organizzativa, dall'accoglienza all'asilo ai rimpatri. Ma non c'è nessuna invasione con buona pace dei professionisti dei toni apocalittici che affollano i nostri talk show, non solo dal lato dei politici.

Quello che invece sta accadendo in altri paesi europei dimostra che siamo davanti a un problema serio, che durerà anni e che l'intera comunità europea deve affrontare. Ci siamo stancati dei minuti di silenzio di Bruxelles quando affonda un barcone o muoiono tanti bambini sulle spiagge, nelle stive, dentro i camion. Non basta commuoversi, è tempo di muoversi. Con una politica di asilo comune, con accoglienza e rimpatri gestiti dall'Europa e non dai singoli stati, con una politica di cooperazione internazionale più incisiva, con un'azione mirata contro i trafficanti di uomini, gli schiavisti del ventunesimo secolo.

L’appuntamento più immediato è invece quello con le riforme costituzionali, che torneranno ad essere esaminate dall’Aula del senato nelle prossime settimane. In tal senso, il Presidente del Consiglio si mostra sicuro di avere i numeri per portare a casa il provvedimento:

Non c'erano i numeri, secondo tutti questi esperti, per fare la riforma elettorale, che adesso infatti è legge dello stato. Non c'erano per la scuola, per il jobsact, per gli 80 euro, per la responsabilità civile dei magistrati, per il divorzio breve, per la pubblica amministrazione, per i reati ambientali, per l'anticorruzione, per l'irap costo del lavoro: tutti a dire, scrivere, profetizzare che “no, non ci saranno i numeri”. E alla fine i numeri ci sono sempre stati. Come ci sono e ci saranno per la riforma del Senato. Perché quello che sta accadendo in questo scorcio di legislatura è che finalmente la politica si è dimostrata capace di recuperare dignità.

Il cuore del suo messaggio è però nella prima parte della lettera, nella quale affronta il tema della crescita e “degli indicatori che sono tutti positivi”. Spiega Renzi, nel confermare la sua road map per abbassare le tasse da qui al 2018:

Si può fare sempre di più e siamo qui per questo, ma ciò che va sottolineato come cruciale è che soprattutto cresce la fiducia della nostra gente. L'Italia ci crede. L'Italia sa che questa è la volta buona. E se finalmente riusciamo a dare fiducia al risparmiatore, al consumatore e -lasciatemelo dire – soprattutto al cittadino, allora le cose cambiano davvero. Perché ciò che ha bloccato l'Italia è stata soprattutto l'incertezza.

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