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Renzi: “No all’isteria sulla Libia. Le riforme? Andremo avanti anche da soli”

Il Presidente del Consiglio parla alla direzione del Partito Democratico e si muove a tutto campo, dal Jobs Act alle riforme, fino a Mare Nostrum e alla Libia.
A cura di Redazione
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C’era grande attesa per l’intervento del Presidente del Consiglio alla direzione del Partito Democratico, soprattutto per la complessità dei temi in discussione. La riunione dei delegati del PD, infatti, giunge dopo il completamento del secondo passaggio parlamentare del disegno di legge di riforma della Costituzione, ottenuto tra le proteste dell’opposizione, che hanno abbandonato l’Aula dopo la decisione di imporre l’esame degli emendamenti nel corso di una seduta fiume. Un successo che Renzi ha rivendicato senza se e senza ma, dicendosi stupito del fatto che le obiezioni di metodo arrivino proprio da chi in precedenza aveva criticato il patto del Nazareno.

E proprio sul rapporto con Forza Italia Renzi dimostra di avere le idee chiare: “Al loro interno c'è un derby tra chi, come Brunetta, vuole le elezioni anticipate quest'anno e far fallire le riforme e chi vuole arrivare ad uno scenario più ampio del 2018. In ogni caso io non so chi vincerà, ma so che noi arriveremo al 2018 e faremo le riforme anche da soli”. Del resto, continua Renzi riferendosi alla proposta del M5S di fermare l’ostruzionismo in cambio del sì al referendum propositivo, “stiamo facendo le riforme, non il mercante in fiera”. C’è poi spazio per un rapido passaggio sull’elezione di Mattarella al Colle, sulla quale il Presidente del Consiglio ripete di non accettare obiezioni di metodo: “Noi abbiamo fatto le consultazioni e deciso di non dare una terna ma solo un nome, portandolo avanti con coerenza”. In questo contesto Renzi non chiude le porte alle opposizioni (“resti aperto il filo del dialogo”), ma ribadisce il no “a mercanteggiare” e “ai veti incrociati”.

Nel frattempo, però, l’agenda di Governo andrà avanti ed il segretario del Pd ricorda come in settimana arriverà uno snodo essenziale: quello dei decreti delegati sul Jobs Act, con la fine dei “co.co.co, co.co.pro e coccodè”, con il decreto sulla maternità e la riforma degli ammortizzatori sociali. In seguito arriveranno gli interventi sulle partite Iva, anche se bisognerà attendere i decreti fiscali per avere un quadro definitivo sulla situazione. C’è poi spazio per un rilancio della questione “ius soli”, con la riforma del diritto di cittadinanza che deve tornare all’interno dell’agenda di Governo.

Sulla Libia infine, Renzi ripete: “No all’isterismo, la realtà è più complessa dei nostri slogan. Non può passare l’idea che non siamo più al sicuro, né (riferendosi al caso Copenhagen, ndr) che l’Europa non sia la casa degli israeliani e degli ebrei”. Su Mare Nostrum ripete: “Non è la sostituzione con Triton l’oggetto del contendere, c’è bisogno di una riflessione politica sul Mediterraneo e su quanto fatto negli ultimi anni”. Poi la chiusura: “Dobbiamo muoverci all’interno della cornice Onu, lavorando per la stabilizzazione e per la pace. Ma non giriamo la testa dall’altra parte, siamo il paese che dopo gli Usa ha investito di più in missioni internazionali e non ci tiriamo indietro di fronte alle nostre responsabilità”.

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