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Renzi manda sms in diretta: “Voto nel 2017, evitare vitalizi” (che già non ci sono più)

Con un sms inviato al conduttore del programma di La7 “Di Martedì”, Giovanni Floris, nel corso della trasmissione, Matteo Renzi fa intendere di voler andare alle urne entro quest’anno: “L’unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo”
A cura di Claudia Torrisi
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"Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso". Con un sms inviato al conduttore del programma di La7 "Di Martedì", Giovanni Floris, nel corso della trasmissione, Matteo Renzi fa intendere di voler andare alle urne entro quest'anno: "L’unica cosa è evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo", prosegue il messaggio, precisando, dunque, che il voto dovrebbe tenersi prima di settembre 2017, quando scatterebbero i vitalizi.

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Ma i vitalizi sono stati aboliti nel 2012

Nonostante Renzi lo citi nel suo sms, il vitalizio – inteso come rendita parzialmente alimentata da un prelievo sull'indennità nel periodo in cui il parlamentare era in carica ed erogata sotto una certa soglia di età – è stato abolito nel 2012, anno in cui è entrata in vigore una riforma che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo. Da allora il diritto al trattamento pensionistico si matura se vengono soddisfatti il requisito anagrafico e quello contributivo: significa che un parlamentare avrà diritto al vitalizio se è stato in carica almeno quattro anni e mezzo e ha compiuto 65 anni di età. Ogni anno di mandato oltre il quinto abbassa di un anno la soglia anagrafica, fino al minimo di sessant'anni.

Il parlamentare Pd Davide Baruffi si è rivolto su Facebook direttamente a Renzi, facendo notare che se "si vogliono equiparare pienamente i requisiti pensionistici dei parlamentari a quelli dei cittadini è sufficiente approvare una legge che abbiamo depositato un anno e mezzo fa: prevede da un lato che i parlamentari versino i contributi nella cassa di provenienza o nella gestione separata Inps e dall'altro ‘requisiti per l'accesso alla pensione previsti per la generalità dei lavoratori'".

Italicum in Aula alla Camera il 27 febbraio

Ieri la conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito che nella data del 27 febbraio la legge elettorale arriverà in Aula a Montecitorio per essere esaminata. Una decisione che ha avuto il benestare trasversale di Partito democratico, Movimento 5 stelle, Lega Nord e Fratelli d'Italia.

"Siamo ad una accelerazione vera. C'è l'intesa dichiarata di fare rapidamente la legge elettorale. Ora bisogna far prevalere la sintesi politica con un lavoro che accolga le indicazioni del presidente Mattarella. Per questo serve il senso di responsabilità di tutti. E' bene che il Parlamento doti il Paese di una buona legge elettorale. Lo abbiamo fatto faticosamente con l'Italicum; speriamo di fare meno fatica oggi", ha detto il capogruppo Pd a Montecitorio, Ettore Rosato.

Era stato il M5s a chiedere la calendarizzazione della legge: il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha spiegato che se la data del 27 febbraio sarà rispettata "ci sarà il contingentamento dei tempi e entro metà marzo potremmo avere una nuova legge elettorale per andare a votare subito".

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