"Dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l'Italia?" chiede Renzi alla CGIL o, meglio, “a quei sindacati che vogliono contestarci”, in un video caricato sul suo canale Youtube. Non è tuttavia necessario che le associazioni sindacali si scomodino a rispondere, perché la fase che ha portato allo spietato mercato del lavoro descritto da Renzi è ormai storia: nel 1997 il pacchetto Treu, nel 2003 la cosiddetta legge Biagi. Sono interventi che legittimano il precariato, introducendo nuove figure contrattuali di cui si abuserà negli anni successivi.
È anche il periodo di elaborazione e attuazione del Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia che, tra gli altri suggerimenti, propone di abbandonare la concertazione sindacale (il sistema tripartito con cui CGIL-CISL-UIL negoziavano insieme a Confindustria e Governo) per introdurre il dialogo sociale, che riduce di fatto l'intervento dei sindacati a una mera consultazione. Il documento, applicato dal governo Berlusconi fin dal 2001 (sottosegretario del Ministero del Lavoro era uno dei suoi autori, Maurizio Sacconi), distingue nettamente la contrattazione collettiva, che avviene tra i sindacati, e la legislazione: da allora, le norme di diritto del lavoro nascono e si evolvono senza che le parti sociali vi possano effettivamente influire.
Ecco, Renzi, dov'erano, i sindacati.
Troppo assenti, certo, ancora attaccati al modello industriale di mercato ormai superato per certe categorie di lavoratori; i sindacati probabilmente commisero errori, in quel periodo, ma “quando si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l'Italia” erano già stati esautorati del loro potere di partecipazione alla formazione delle leggi.
E Renzi dov'era? Chissà. Però quelle leggi di precarizzazione del lavoro, che creavano una classe di persone che “non può neanche pensare di costruirsi un progetto di vita”, erano proposte da Maurizio Sacconi o da Tiziano Treu. Più che alla Camusso, è a loro che il presidente Renzi deve chiedere conto. E non dovrebbe nemmeno essergli difficile contattarli: al momento sono tra i più entusiasti sostenitori delle sue proposte sul lavoro.