Renzi lancia il salario minimo: “Almeno 9-10 euro all’ora garantiti per legge”
Mancano poche settimane alle prossime elezioni politiche e tutte le fazioni in campo stanno avanzando numerose proposte di riforma per convincere i cittadini a votare i propri schieramenti. Dopo l'abolizione del Canone Rai, proposta anticipata dal quotidiano La Repubblica e non formalmente smentita dal segretario del Pd, Matteo Renzi lancia ora il salario minimo. Nell'ambito di un'intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, il leader del Partito Democratico ha spiegato di essere intenzionato a proporre per legge "un salario minimo tra i 9 e i 10 euro all'ora". "Nel febbraio 2014 gli italiani che avevano un lavoro erano 22 milioni. Adesso sono 23 milioni. Un milione di posti di lavoro in più in tre anni è un successo. Il punto è come migliorare la qualità del lavoro, oltre che la quantità. E per questo l’idea del salario minimo legale – che proponiamo tra i 9 e i 10 euro l’ora – è molto importante", ha spiegato Matteo Renzi.
"Con il Jobs Act aumentano le assunzioni, non i licenziamenti. La vera sfida adesso è mettere più denaro in busta paga. E dare vantaggi fiscali a chi reinveste i soldi in azienda. Non temo i licenziamenti ma non mi accontento delle pur tante assunzioni. Lavoro, lavoro, lavoro. Altro che assistenzialismo. Gli 80 euro al ceto medio sono stati contestati per anni. Ora persino gli avversari li difendono: prima ti insultano, poi ti copiano. Noi rilanciamo. Pensiamo che gli 80 euro netti mensili vadano estesi ai genitori per ciascun figlio minorenne. O una misura simile: fare un figlio non può essere un problema economico. Incoraggiare la maternità passa anche da un sistema di servizi e di aiuti fiscali. Per ogni misura noi indicheremo le coperture", ha sottolineato il segretario del Pd.
Per quanto riguarda la campagna elettorale, Matteo Renzi ha dichiarato di sentirsi pronto a sfidare gli avversari: "Sono pronto per la campagna elettorale: il mio collegio sarà Firenze. Passo dall'auto blu alla vespa blu: andrò casa per casa. E se Salvini come ha promesso si candiderà qui, gli daremo il benvenuto in modo civile. Sperando che anche lui non scappi dal confronto come continua a fare Cuor di Leone Di Maio". Il nome del futuro premier del Pd, invece, al momento non è dato saperlo. Nonostante per statuto interno, in qualità di segretario nazionale, Renzi sarebbe l'uomo designato, il leader del Partito Democratico ha dichiarato: "Non mi pongo il tema personale. Come Pd avremo vinto se a palazzo Chigi tornerà uno dei nostri. Il nome lo deciderà il Presidente della Repubblica come prevede la Costituzione. Noi siamo una squadra. Penso che un premier del Pd sia garanzia per gli italiani, non solo per i nostri iscritti".