Renzi: “La politica non è subalterna ai magistrati, velocizzare i tempi della giustizia”
"Dire che politici sono tutti colpevoli è come dire che nessuno è colpevole, invece bisogna fare i nomi", così il premier Matteo Renzi ribatte ai duri interventi del Presidente dell’Anm Piercamillo Davigo e del pm antimafia Nino Di Matteo che nei giorni scorsi hanno accusato apertamente la classe politica italiana di corruzione e malaffare. "I politici che rubano fanno schifo. E vanno trovati, giudicati e condannati. Questo è il compito dei magistrati, cui auguriamo rispettosamente di cuore buon lavoro. Dire che tutti sono colpevoli significa dire che nessuno è colpevole. Esattamente l'opposto di ciò che serve all'Italia. Voglio nomi e cognomi dei colpevoli. E voglio vedere le sentenze", ha dichiarato il Presidente del Consiglio in un'intervista a Repubblica.
"Una politica forte non ha paura di una magistratura forte. È finito il tempo della subalternità. Il politico onesto rispetta il magistrato e aspetta la sentenza. Tutto il resto è noia", ha sottolineato ancora Renzi, invitando "tutti a fare il proprio lavoro nel rispetto della carta costituzionale. Noi facciamo le leggi, loro fanno i processi". Parlando invece di riforma della giustizia e intercettazioni, Renzi ha spiegato di essere pronto a nuovi interventi con lo scopo di velocizzare i processi.
"Personalmente non sono interessato all'ennesima discussione sulle intercettazioni, che credo riguardi soprattutto la deontologia del giornalista e l'autoregolamentazione del magistrato", ha tenuto a precisare il Premier, aggiungendo: "Sulle riforme abbiamo aumentato la pena per i corrotti, istituito l'Autorità Nazionale con Cantone, obbligato chi patteggia a restituire tutto il maltolto, inserito il reato ambientale. Adesso la priorità è che si velocizzino i tempi della giustizia". Anche sul tanto discusso tema della prescrizione, per Renzi "va bene allargarla ma dando tempi certi tra una fase processuale e l'altra" perché "non è umanamente giusto che si debbano attendere anni, talvolta decenni, per finire un processo".