Renzi: “La manovra del popolo è l’atto più masochista mai fatto negli ultimi 15 anni”
Nella ultima enews Renzi affronta tutti i temi più caldi: l'importanza dell'Italia nel mondo, l'attacco del vicepresidente Luigi Di Maio al Presidente della Banca centrale europea (BCE) Mario Draghi, la "manovra del Popolo", la Tap, il condono, la tragedia di Desirèe e le parole di Salvini a riguardo, Roma e l'amministrazione di Virginia Raggi. Insomma, tocca e commenta svariati punti critici che hanno caratterizzato al cronaca e la politica degli ultimi giorni. E lo fa senza risparmiare un attacco chiaro e diretto al governo italiano, a Di Maio, a Salvini, ma non solo.
Raccontando nel suo viaggio appena concluso a Chongqing, metropoli cinese con più di 30 milioni di residenti, Renzi, durante la visita dell'Istituto Galileo Galilei voluto dal Presidente Ciampi, riscopre il fondamentale ruolo dell'Italia all'estero, dell'innovazione tipica del Belpaese, della cultura, dell'educazione della ricerca. "Questi valori nel mondo si chiamano Italia. Anche se siamo tutti troppo presi dalle nostre piccole polemiche quotidiane per rendercene conto, non perderò mai la fiducia nelle immense possibilità dell'Italia, nonostante tutto e nonostante tutti", ha commentato l'ex Presidente del Consiglio.
Le parole su Di Maio e sulla manovra
Matteo Renzi parla dell'attacco di Luigi Di Maio a Mario Draghi, quando il leader del M5s lo ha accusato di "avvelenare il clima" invece che tifare per l'Italia in un momento così delicato. Matteo Renzi aveva già commentato l'episodio, nella enews però decide di ripercorrere l'accaduto e lo fa per punti. E parte dicendo che "purtroppo tocca occuparsi delle vicende del Governo. Perché davanti a quello che accade ogni giorno, non reagire colpo su colpo sarebbe complice. Ovviamente visto tutto quello che ogni giorno ci regala il nostro Esecutivo, abbiamo l'imbarazzo della scelta". Poi spiega: "Tornato in albergo – ad esempio – ho aperto i siti italiani e ho visto la notizia: Di Maio attacca Draghi. Cioè, ripeto: Di Maio attacca Draghi. Che detta così farebbe quasi ridere, se solo non fosse drammaticamente vera. Proviamo a usare un minimo di logica".
1) Il Governo Italiano ha fatto un pasticcio che ha chiamato "Manovra del Popolo”. Da quel momento i mercati non credono più al Governo italiano e rischiamo di pagare tanti soldi in più di interessi e non solo di interessi. Tutta colpa del Governo e delle dirette Facebook dei giovani strateghi.
2) Mario Draghi interviene per calmare le acque, auspica un accordo e fa un appello a evitare di usare parole fuori posto. Perché – spiega Draghi – sono le parole ad aver fatto danni fino ad oggi, non le leggi (anche perché la legge di bilancio ancora non c'è, non l'hanno neppure presentata, al momento).
3) E che ti combina l'ineffabile Gigino? Anziché cambiare la Manovra del Popolo, l'atto più masochista mai fatto da un Paese occidentale negli ultimi quindici anni, Di Maio attacca. Attacca i mercati? Attacca i compagni di strada? Attacca i burocrati? Macché, attacca Draghi, uno dei pochi che ha autorevolezza e credibilità per dare una mano. L'unico che stava cercando di aiutarlo. Persino Il Fatto Quotidiano (sic!) è costretto a riconoscere che stavolta Di Maio non ha capito nulla. Stavolta.
Il discorso si concentra anche sulla manovra, che non ha convinto l'ex segretario del Partito Democratico al punto da presentarne una alternativa, insieme a Padoan: "Il problema non è il 2.4%. Il problema è che le misure annunciate dal Governo fanno a cazzotti con la realtà. Insieme a Padoan abbiamo proposto un'alternativa. Potremmo dimezzare lo spread e ridurre le tasse, dando un sospiro di sollievo a imprenditori, lavoratori, famiglie. E potremmo restituire fiducia all'Italia: c'è un sacco di gente che sta portando fuori i soldi, all'estero. Va bloccata questa tendenza. Perché se non si restituisce fiducia oggi, arriva la recessione domani. E fare sceneggiate come quella di un improponibile eurodeputato leghista conferma il livello di cialtroneria di questo Governo", dice Renzi nella enews.
Non solo manovra, ma anche Tap e condono: "Per giustificare la Retromarcia al Popolo, Conte e Di Maio hanno detto che ci sono penali per 20 miliardi di euro da pagare. Affermo qui pubblicamente che il Premier e il VicePremier stanno mentendo. È falso. Non ci sono penali da 20 miliardi di euro da pagare per il TAP. Hanno sbagliato dossier: quello con la penale è il contratto di Autostrade, non il TAP. Non a caso di revoca ad Autostrade non parlano più da settimane. Lo hanno detto solo per prendere applausi nei giorni del funerale di Genova. Ma poi non hanno fatto nulla. Una bieca e vergognosa strumentalizzazione del lutto nazionale. Il TAP serve all'Italia. Per questo è giusto andare avanti. I Cinque Stelle avevano garantito: bloccheremo l'opera in 15 giorni. Hanno preso i voti su quella promessa. Dopo sei mesi hanno cambiato idea", scrive Matteo Renzi. Mentre riguardo al condono, si limita a dire: "Io non capisco come possano i parlamentari Cinque Stelle votare un doppio condono", dopo aver gridato per anni onestà.
Roma e il problema amministrativo
Alcune parole sono state dedicate anche a Desirèe, la ragazzina trovata vittima a San Lorenzo. Renzi però commenta principalmente il comportamento di Salvini in merito alla vicenda, sostenendo e accusandolo di aver strumentalizzato l'episodio, trasformando "quest'omicidio nell'ennesimo derby pro o contro immigrazione". "Salvini accende sempre la miccia. Esaspera, provoca, incita allo scontro. È un atteggiamento sbagliato per un leader politico ma è un atteggiamento addirittura folle per chi siede – pro tempore – al Viminale. ", e aggiunge: "nel caso di Desirèe, come nel caso di Pamela, il dramma che tutti nascondono è una volta di più la droga prima che l'immigrazione. È vero che molti spacciatori sono immigrati e dunque si tende a sovrapporre i due problemi. Ma parliamoci chiaro: esiste un'emergenza droga della quale quasi ci si vergogna a parlare". Perchè secondo Renzi il vero problema, il dramma dell'Italia, "non è l'immigrazione, è l'illegalità".
E così si ricollega anche alle manifestazioni contro Virginia Raggi, che "ha preso in giro i contestatori accusandoli di essere organizzati dal PD (magari!) e di essere tutti radical-chic. Ciò che dovrebbe preoccupare la Raggi non è che in piazza ci fosse qualcuno che aveva votato PD, il che sarebbe scontato. Ma in quella piazza c'erano soprattutto molti che avevano votato Cinque Stelle e che sono delusi da questa amministrazione". Ma non si ferma qui Renzi, e continua affermando in modo caustico: "Credo che sia iniziato il conto alla rovescia per la fine dell'esperienza Raggi a Roma."
Soprattutto, perché l'ex Presidente del Consiglio ritiene che la sindaca di Roma abbia fatto un errore che segnerà gravi conseguenze per la Capitale: il no alle Olimpiadi del 2024.
Comunque vada a finire il mandato di questo sindaco nessuno potrà giustificare mai il suo NO alle Olimpiadi. Roma era in testa, Roma avrebbe vinto la sfida per aggiudicarsi le Olimpiadi del 2024, Roma avrebbe ottenuto due miliardi di euro dall'organizzazione e una visibilità internazionale senza precedenti, Roma avrebbe fatto la differenza come Milano la sta ancora facendo dopo Expo. Il NO della Raggi a quel progetto è più grave delle buche, del degrado, degli autobus che bruciano in centro come in periferia, dell'immondizia lasciata per le strade. Avremmo vinto, ci hanno impedito di partecipare. Il prezzo di questo NO sarà pagato a lungo dai romani.
Una riflessione finale della lunga enews è rivolta all'odio verbale: Renzi ricorda l'episodio dei pacchi bomba spediti a casa di Obama e della famiglia Clinton, facendo anche riferimento al candidato della Lega Traini che, a Macerata, sparò alla sede del PD e a sei ragazzi di colore. "Mi sarebbe piaciuto vedere un post di Salvini che dopo la condanna di Traini valorizza la lotta contro il razzismo anziché fare post solo quando c'è una vittima italiana e un colpevole immigrato. Mi sarebbe piaciuto vedere un po' di civiltà. Quella che purtroppo, anche stavolta, è mancata", conclude Renzi.