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Renzi: “L’Europa si occupi di questioni sociali non solo di burocrazia”

Il Presidente del Consiglio in Parlamento alla vigilia del Consiglio Europeo: “L’Italia farà la sua parte, in tutti i format che si renderanno necessari”.
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Nella giornata di oggi il Parlamento ha “ospitato” le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2016. Si tratta di un appuntamento cruciale per il futuro dell’Unione Europea, dopo il clamoroso risultato del referendum che ha sancito la Brexit. Prima del Consiglio Europeo, Renzi incontrerà Hollande e Merkel, per un colloquio preliminare dal quale si capirà molto sulla linea che gli Stati membri intenderanno tenere nei prossimi mesi, in attesa che il Regno Unito formalizzi la richiesta di lasciare l’Unione Europea.

Nel corso del suo intervento al Senato, Renzi ha dapprima analizzato il voto britannico: “È un voto che pesa come un macigno nella storia europea e come tale va considerato […] Il popolo britannico ha parlato, noi tutto possiamo fare, tranne che fare finta di niente. Se passa il principio per cui il popolo vota e altrove si cerca di mettere una pezza su ciò che il popolo ha deciso, si mina alla base l'idea stessa del gioco democratico”. Se però il voto ha dinamiche ancora tutte da capire, Renzi non ha dubbi su quale sia la linea da seguire: “Il punto centrale però è che se in questi mesi abbiamo chiesto un'Europa che fosse più sociale, che avesse a cuore l'immigrazione con uno sguardo onnicomprensivo, che si preoccupasse della generazione Erasmus, e fosse contemporaneamente capace di rassicurare chi appartiene ad un'altra generazione, se abbiamo fatto queste battaglie, le abbiamo fatte non perché volevamo affermare l'interesse dell'Italia – che pure ovviamente consideriamo un valore perché l'interesse nazionale è valore, non è disvalore nella discussione politica europea – ma perché ritenevamo che fosse interesse europeo, continentale e non soltanto interesse del nostro Paese”.

In tal senso, aggiunge “l’Italia è pronta a fare la sua parte”, sempre partendo dal presupposto che “non si possa far finta di niente”: “Quello che deve fare l'Europa oggi è smuoversi, perché se l'Europa sta un altro anno ad aspettare che si ritorni sulle stesse regole su cui abbiamo discusso nell'ultimo anno, perdiamo l'appuntamento con le sfide e le priorità del nostro tempo […] L'Europa deve essere quella che si preoccupa un po' più di questioni sociali e un po' meno di questioni burocratiche”.

La chiosa è sul ruolo dell’Italia: “L'Italia farà la sua parte, in tutti i format che si renderanno necessari. Noi abbiamo sempre detto che il compito dell'Italia è quello di dare una mano, di costruire ponti e non muri. Per questo motivo abbiamo accolto l'invito a far parte oggi del tavolo a tre che discuterà a Berlino, con una novità. È un fatto inedito e al quale abbiamo dato l'adesione perché pensiamo che questo possa essere di aiuto, non perché cerchiamo chissà quale ruolo”.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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