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Opinioni

Renzi, l’Emilia Romagna, la giustizia e l’incubo di “essere come gli altri”

La grana Emilia Romagna irrita Renzi (che sulle primarie non voleva esporsi prima, figurarsi adesso…). Che rischia di rimanere impantanato, mentre nel Pd c’è già chi vuole aprire lo scontro contro la magistratura. Come qualcun altro in passato…
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Per ora l'ordine è quello di mantenere un profilo basso, evitando lo stillicidio di dichiarazioni, prese di posizione e difese ad oltranza. E, per ora, l'invito (più o meno diretto) è quello di non tirare in ballo apertamente la questione della "giustizia ad orologeria", sulla quale più di qualcuno si è stracciato le vesti in passato. L'unico passo ufficiale è il rinvio della Direzione Nazionale da venerdì a martedì. Mentre per il momento non c'è nulla, oltre i soliti retroscena ed indiscrezioni più o meno attendibili, sulla possibilità di uno stop alle primarie, con la nomina "diretta" del candidato alle Regionali emiliane.

È pacifico, però, che la grana Emilia Romagna preoccupi e non poco i vertici del Partito Democratico ed il segretario Renzi, le cui energie dovrebbero in effetti convergere in altre (e più rilevanti) faccende. Se in effetti il capo del Governo aveva abbozzato di fronte al "casino" combinato da Richetti e Bonaccini (due renziani a scannarsi per la successione ad Errani, non proprio lo scenario ideale nella Regione del convitato di pietra Bersani), è immaginabile il fastidio con cui avrà reagito alle notizie rimbalzate ieri tra Roma e Bologna. Alla divisione in casa si somma infatti il coinvolgimento in inchieste giudiziarie e la necessità di un ulteriore equilibrismo politico da parte di Renzi che, lo ripetiamo, ne avrebbe volentieri fatto a meno. Il Presidente del Consiglio, infatti, dovrà rinnovare la stima nei confronti di Bonaccini e Richetti, ribadire il "rispetto per la magistratura", pensare seriamente ad una alternativa, tenere a freno la tentazione di aprire uno scontro aperto con la magistratura (e portare a casa la problematica e molto dibattuta riforma della giustizia senza "morti e feriti"), mantenere gli equilibri interni e la posizione di netto vantaggio rispetto alla minoranza del partito e non "contaminare" il rimpasto in segretario. Il tutto, si badi bene, cercando di evitare una eccessiva esposizione personale (nel segno della sua tradizionale ritrosia ad esporsi su temi particolarmente "pericolosi").

Il tutto senza considerare le conseguenze indirette della questione emiliano – romagnola, ovvero il rafforzamento dell'idea che il "renzismo" sia assimilabile / riconducibile / sovrapponibile a vecchi modelli di gestione del passato più o meno recente. Un po' a tutti i livelli: dalla gestione del potere allo spoil system, dai rapporti con la stampa a quelli con la magistratura, dai legami con i tessuti produttivi a quelli con le grandi aziende (si veda Sblocca Italia) e con le multinazionali (si veda Impresa Italia). Insomma, è l'incubo del "sono tutti uguali". Del "vecchio che avanza" e del "passato che ritorna con abiti nuovi". Un assist comodo per Grillo, tanto per capirci:

L'ex presidente pd della Regione Emilia Romagna Vasco Errani si è dimesso dopo la condanna per falso ideologico nell'ambito del processo relativo al finanziamento da 1 milione di euro alla coop agricola Terremerse presieduta nel 2006 dal fratello Giovanni. Le sue dimissioni hanno causato le elezioni anticipate che si svolgeranno il 23 novembre. A queste elezioni il pd ha prima annunciato le primarie tra Richetti (attualmente deputato) e Bonaccini. Adesso entrambi sono indagati per peculato nelle inchieste sulle spese pazze dei consiglieri regionali in Emilia Romagna. Il primo (per ordine di scuderia o per pudore?) si è ritirato, l'altro (l'indagato preferito?) no. La logica è semplice: sostituire un condannato con un indagato e lasciare che il tempo faccia la sua parte, sulla pelle dei cittadini. Ma un candidato non indagato e sconosciuto alle procure non ce l'avete?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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