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Renzi: “Inutile piangere per i morti nel Mediterraneo se poi non si fa nulla”

Il Presidente del Consiglio presenta l’iniziativa di Malta e spiega: “Sul tema delle migrazioni che attraversano il nostro continente, non basta più commuoversi, occorre muoversi.”
A cura di Redazione
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Oggi e domani, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà a Malta per prendere parte al summit Unione Europea – Africa sulle problematiche legate ai flussi migratori. Si tratterà di una iniziativa a cui prenderanno parte delegazioni dei Paesi Ue e dei paesi africani interessati dal transito di profughi e migranti, con l’obiettivo di pianificare strategie comuni e continuare a parlare di accordi di cooperazione e sviluppo. Sul tavolo anche le spinosissime questioni degli hotspot (che alcuni Paesi vorrebbero fossero organizzati anche nei Paesi di transito) e dei rimpatri, che ancora non vengono effettuati con regolarità e su cui permangono molte incertezze.

Per spiegare quale sarà il ruolo del nostro Paese, Matteo Renzi ha deciso di scrivere un lungo intervento pubblicato sulle pagine de L’Avvenire, che si apre con quella che sembra una vera e propria dichiarazione d’intenti:

È inutile piangere sulle migliaia di sorelle e fratelli morti nel Mediterraneo, se poi non si ha la forza di reagire. Sul tema delle migrazioni che attraversano il nostro continente, non basta più commuoversi, occorre muoversi. Il Vertice di Malta è, dunque, la nostra grande occasione. Per l’Italia, per ritagliarsi e ritrovare il proprio ruolo nel Mediterraneo. Ma anche per l’Europa, per ritrovare l’anima persa sotto pile di polverose scartoffie burocratiche. Ritrovare noi stessi, riscoprire chi siamo.

Il Presidente del Consiglio poi si dice “orgoglioso del lavoro quotidianamente svolto da quanti, in uniforme o con la passione del volontariato, hanno salvato tante vite umane in mare, sulle coste” e ricorda che nelle ultime settimane l’attenzione dei media si è spostata sulla rotta balcanica. Anticipando i temi di lavoro a La Valletta:

Lavoreremo per tutto questo: per favorire lo sviluppo, migliorando la collaborazione tra Paesi europei e africani nella prevenzione e contrasto dell’immigrazione illegale, nella lotta alla tratta di esseri umani. Il Trust Fund del quale l’Italia sarà tra i principali contributori sarà lo strumento operativo di una cooperazione innovativa tra Paesi che non vogliono limitarsi a reagire o tamponare il fenomeno migratorio, ma che vogliono accompagnarlo con scelte politiche e non emergenziali. L’Africa è al centro della strategia italiana e sono convinto che il continente africano sia pronto a accettare la sfida del futuro. […] La cooperazione internazionale è in grado di fare molto: può aiutare a migliorare i livelli di educazione e formazione professionale, grazie a un migliore accesso degli studenti africani alle scuole e alle università europee; può accrescere la capacità di attrazione di investimenti nei Paesi beneficiari e creare opportunità di lavoro; può intervenire, infine, per alleviare il disagio delle fasce sociali più svantaggiate, attraverso interventi umanitari. Ma nessuna crescita sociale è possibile senza il rispetto delle minoranze etniche e religiose. La persecuzione contro i cristiani, ad esempio, è più di un attentato alla libertà di espressione religiosa: è un atto di autolesionismo, che – uccidendo il dialogo – inaridisce la terra del sale che l’ha nutrita per secoli.

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