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Renzi in Aula per la mozione di sfiducia: “Pensiamo all’Italia, voi aggrappatevi al fango”

Si chiude con il no del Senato alla mozione di sfiducia al Governo l’ennesima giornata nera per le opposizioni. Renzi in Aula attacca: “Per noi non ci sono gli amici degli amici, sono orgoglioso del provvedimento sulle banche”.
A cura di Redazione
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UPDATE: Respinta anche la seconda sfiducia. Dopo il no alla prima mozione, il Senato respinge anche la seconda mozione di sfiducia della giornata presentata questa volta dal Movimento Cinque Stelle. In questo caso, i votanti sono stati 259, i favorevoli alla sfiducia solo 84, i contrari invece 174, mentre rimane sempre una sola astensione. La seduta di Palazzo Madama così si è conclusa

UPDATE respinta la sfiducia al governo. Dopo la votazione con appello nominale, il Senato ha rigettato la mozione di sfiducia al governo presentata da Forza Italia e Lega. Come annunciato dal Presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, i votanti sono stati 280, i favorevoli alla sfiducia per l'Esecutivo sono stati 101, i contrari invece 178, mentre solo un senatore si è astenuto. Successivamente  è iniziata la prima chiama per il voto sulla mozione di sfiducia per il Governo presentata invece dal M5s.

“A latere (del conflitto di interessi nel caso banche, ndr) si rileva come il Governo risulti totalmente inadeguato a garantire, oltre alle misure di contenimento del deficit, il risanamento strutturale della finanza pubblica e il sostegno della ripresa economica e dell'occupazione […] i cittadini elettori non meritano di essere governati da un Esecutivo la cui autorevolezza viene minata dalle vicende che interessano da vicino il suo più importante membro”. Con queste parole il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani ha motivato la mozione di sfiducia nei confronti del Governo presentata e discussa oggi al Senato della Repubblica.

Il dibattito, sia detto per inciso, è stato piuttosto noioso e privo di momenti "salienti". Non perché le questioni di base, il decreto salva banche, il "conflitto di interesse", il rapporto fra controllati e controllori, le divergenze fra Italia e Commissione Ue, fossero poco interessanti, tutt'altro. Ma perché la discussione di merito è passata, in questi mesi, completamente in secondo piano, per essere tritata, mescolata, omogeneizzata nella solita, stucchevole, propaganda politica. E gli interventi dei senatori in Aula sostanzialmente hanno seguito questo crinale, da una parte e dall'altra.

Renzi, così, ha avuto buon gioco di fronte a un'opposizione sfilacciata, velleitaria nelle sue rivendicazioni, proprio nel giorno in cui Padoan annuncia di aver trovato un accordo a livello europeo, che peraltro impedirà l'utilizzo sistematico della "modalità bad bank" (dunque è tutt'altro che un trionfo per il nostro Governo). Il Presidente del Consiglio ha ricordato subito come la richiesta di sfiducia presentata contenga "una serie di refusi", probabilmente "copiaincollati" da un editoriale del Fatto Quotidiano e ha provocatoriamente chiesto all'opposizione il perché non si fossero mossi per sfiduciarlo su lavoro, fisco, pubblica amministrazione eccetera.

Poi ha ribadito di "essere orgoglioso del provvedimento sulle banche popolari, perché abbiamo salvato un milione di correntisti e 7mila posti di lavoro" e ha chiuso attaccando a testa bassa l'opposizione: "Voi continuate ad aggrapparvi al fango, noi pensiamo all'Italia e la cambieremo in meglio". Insomma, lo stesso Renzi è riuscito a non scendere nel dettaglio delle mozioni di sfiducia, proprio sfruttando la "personalizzazione dello scontro" impostata dagli interventi precedenti.

Le dichiarazioni di voto successive hanno confermato la "stanchezza" della discussione in Aula, con qualche "insulto in ordine sparso" e qualche tentativo di riportare la questione nei giusti binari. Ad alzare i toni hanno provato dapprima Giarrusso, del Movimento 5 Stelle, che si è soffermato sulle scelte di un esecutivo "pericoloso per la democrazia" e Gasparri, di Forza Italia, che ha sottolineato come Renzi sia uscito dall'Aula dopo aver parlato "in totale spregio del Parlamento, con un atto di vero e proprio bullismo".

La sensazione, comune anche a molti analisti, è che la vera trappola per il Governo sarà il voto sugli articoli 3 e 5 delle unioni civili (quelli che disciplinano diritti e doveri dei coniugi e stepchild adoption). Il voto di oggi, invece, ha solo confermato che, sulla sopravvivenza dell'esecutivo, esiste una maggioranza "anche a prescindere" dai voti dei verdiniani. E nemmeno questa è una bella notizia per l'opposizione.

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