Renzi: “Il processo Open in cui sono coinvolto è scandaloso, i pm di Firenze siano processati”
Oggi è cominciata l'udienza preliminare per il processo Open, in cui è coinvolto l'ex premier e ora leader di Italia Viva Matteo Renzi, che è andato in tribunale a Firenze. Si tratta del caso della Fondazione Open. Per l'accusa questa, mentre il senatore era a capo del PD e presidente del Consiglio, avrebbe operato come un partito, sostenendolo senza che venissero rispettate le norme sui finanziamenti ai partiti.
In particolare sotto la lente dei magistrati ci sono 7 milioni di euro raccolti dalla fondazione. L'ex ministro Luca Lotti, poi, sempre secondo l'accusa, avrebbe favorito con interventi normativi alcune società finanziate da Open, come la Toto costruzioni e la British American Tobacco. Nel registro degli indagati ci sono undici persone, tra cui anche Maria Elena Boschi. I reati ipotizzati vanno dal finanziamento illecito ai partiti, alla corruzione, passando per riciclaggio e traffico di influenze. Per l'accusa i politici coinvolti avrebbero ricevuto in tutto 3 milioni di mezzo di euro tra il 2014 e il 2018 per il sostentamento della propria attività in Parlamento e non.
Renzi aveva chiesto alla giudice Sara Farini di essere interrogato appena possibile, spiegando di "non fare come Berlusconi". Oggi davanti ai cronisti ha espresso le sue critiche all'inchiesta. "Per la Cassazione – ha spiegato- il processo Open si dimostra per quello che è, cioè uno scandalo assoluto. La Corte ha detto con chiarezza per cinque volte che l'operato dei magistrati di Firenze ha infranto le regole". Il riferimento è ai sequestri di pc e cellulari. "I pm di Firenze non hanno rispettato né la Costituzione né la legge né le sentenze della Cassazione" ha aggiunto l'ex premier, che ha aggiunto che per questo "dovrebbero essere processati".
Renzi, che per i pm è direttore "di fatto" di Open, ha quindi fatto leva sulla mancata richiesta al Senato dell'autorizzazione a procedere. "Sono state prese intercettazioni, comunicazioni, corrispondenza – ha argomentato – non è che un giudice di Firenze non può utilizzare un mio sms, lo può fare, però ha una procedura da rispettare prevista in Costituzione, che è chiedere l'autorizzazione". Quindi si è appellato alla Corte costituzionale, ricordando che sta alla Consulta ora decidere "se i magistrati hanno violato la Carta o no".
Intanto l'udienza preliminare potrebbe venir sospesa in attesa proprio del pronunciamento della Consulta. Da calendario l'udienza proseguirà il 10 giugno, quando le parti discuteranno di competenza territoriale e della non utilizzabilità o meno degli atti che derivano dai sequestri. Il 15 luglio è poi previsto l'inizio degli interrogatori, mentre il 19 settembre partirà il dibattito processuale.