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Renzi: “Il nostro compito è guidare l’Europa, non prendiamo ordini da Bruxelles”

Nella nuova eNews settimanale, il Presidente del Consiglio, torna sulla polemica con la Ue e anticipa i contenuti del suo viaggio in Africa.
A cura di Redazione
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Torna a parlare Matteo Renzi, nel giorno della nuova polemica con le istituzioni europee sui fondi alla Turchia. Sostanzialmente, infatti, dalla Commissione europea hanno fatto notare come la richiesta italiana di sottrarre dai vincoli di bilancio i soldi (circa 3 miliardi di euro) destinati alla Turchia per l’emergenza migranti fosse in realtà già stata recepita mesi addietro. Uno smacco che riflette il clima tra il Governo italiano e le istituzioni europee, dopo i botta e risposta di queste ultime settimane.

Alla questione europea è dedicata gran parte della nuova eNews settimanale del Presidente del Consiglio, che sintetizza in poche parole la nuova linea italiana: “L’Italia per anni aveva un debito morale con le istituzioni europee – e io dico soprattutto con i propri concittadini – perché parlava di riforme che non riusciva a realizzare. Adesso le cose sono cambiate. Le riforme sono leggi e dopo tre anni di recessione è tornato il segno più nei fondamentali economici. Possiamo tornare a fare il nostro mestiere, dunque. E il nostro mestiere è guidare l'Europa, non andare in qualche palazzo di Bruxelles a prendere ordini”.

Renzi giudica poi positivo l’incontro con Angela Merkel e si sofferma sulla questione migranti, legandola al suo imminente viaggio in Africa: “Noi crediamo che la grande – drammatica – questione della migrazione vada affrontata con una strategia complessiva. Occorre uno sforzo diplomatico forte, continuo. Ma è cruciale anche investire con la cooperazione allo sviluppo e con gli investimenti. In questo senso l'Africa è decisiva: un continente ricco di opportunità che per troppo tempo la nostra politica ha fatto finta di non vedere. Per la terza volta in meno di due anni una delegazione di Palazzo Chigi scende sotto il Sahara (non era mai accaduto nei 70 anni precedenti), allo scopo di rafforzare il ruolo, l'amicizia, gli interessi, i valori dell'Italia. Da oggi a mercoledì visiteremo Nigeria, Ghana e Senegal”.

C’è però spazio anche per la politica interna, con la soddisfazione per il voto del Senato che ha respinto con ampio margine la mozione di sfiducia nei suoi confronti:

In Senato ho dovuto contenermi, mantenendo un certo ruolo istituzionale e non potendo dire tutto quello che avrei voluto dire: ma per chi ha un quarto d'ora di tempo da perdere,qui c'è il video. Con le risposte alla tante polemiche strumentali e sterili di queste settimane sulle banche e sul Governo. Nel frattempo, a ogni voto in Senato, i numeri delle opposizioni diminuiscono. Credo sia il segno più evidente del fatto che la tecnica di spararla grossa, di fare polemica per il gusto della polemica, di attaccare a testa bassa a livello personale ignorando la realtà non soltanto non funziona. Ma è controproducente. Ogni volta che si vota in Parlamento, le opposizioni perdono pezzi, senza che noi facciamo niente. Fanno tutto da soli, è incredibile. Il disfattismo non paga, prima o poi se ne accorgeranno anche loro. Ma non c'è fretta: loro pensino pure alle varie macchine del fango, noi pensiamo all'Italia.

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