Renzi: “Governo smentito ancora su Paragon, lo annunciano durante Sanremo e sperano nessuno se ne accorga”
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Il governo è stato smentito ancora una volta sul caso Paragon. Ha provato a non far emergere la cosa, diffondendo la notizia durante il festival di Sanremo, ma la realtà dei fatti è che su una vicenda molto grave, che riguarda la libertà e la privacy di tutti i cittadini, la posizione dell'esecutivo di Giorgia Meloni continua a cambiare senza chiarezza. Questo è, in sintesi, l'attacco lanciato oggi da Matteo Renzi. A cui si è unito anche Peppe De Cristofaro, senatore di Alleanza Verdi-Sinistra: "Più il mistero dello spionaggio ai danni di giornalisti e attivisti italiani si aggiunge di nuovi particolari più cala una coltre di nebbia a coprire tutto".
Il contratto sospeso tra Paragon e Italia, Renzi: "Smentita clamorosa del governo"
Ieri è arrivata una svolta importante nella vicenda del software di spionaggio prodotto dall'azienda israeliana Paragon – di recente comprata da un fondo statunitense – che è stato utilizzato per spiare numerosi giornalisti e attivisti in Europa, di cui sette in Italia (tra di loro il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato). È emerso che l'intelligence italiana e l'azienda hanno "concordato" di sospendere l'uso dello spyware in questione. Il motivo è che il Copasir e l'Agenzia nazionale per la cybersicurezza starebbero facendo degli accertamenti per verificare cosa è successo.
"Detta così, sembra buon senso", ha commentato Renzi, già negli scorsi giorni molto duro nei confronti del governo sulla vicenda. Ma in realtà si tratta di una "clamorosa smentita di quello che il governo aveva detto 48 ore prima in Parlamento". Mercoledì, alla Camera, l'esecutivo aveva risposto a un'interrogazione sul caso limitandosi dicendo che da parte dell'intelligence non c'era stata alcuna violazione delle norme che regolano lo spionaggio.
Il governo aveva detto che nessun giornalista era stato spiato dai servizi segreti, e che i contratti con Paragon erano ancora pienamente operativi. Non aveva aggiunto altro, mettendosi poi a minacciare querele nei confronti di chi lo accusava di essere coinvolto. Il sottosegretario con la delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, aveva dato la stessa versione.
Due giorni dopo, però, è arrivata la notizia del contratto sospeso. "Hanno già cambiato versione. Gli impegni del sottosegretario Alfredo Mantovano durano più o meno quanto le storie su Instagram", ha attaccato Renzi.
La notizia diffusa durante Sanremo: "Pensano di farci fessi"
Tra i motivi per cui, almeno inizialmente, la notizia non ha avuto grande risonanza, è che proprio in quelle ore era in onda la quarta serata del Festival di Sanremo, che ha raccolto un numero di telespettatori molto alto. Questo almeno è ciò che ha sostenuto Renzi, che ha accusato il governo di aver fatto emergere appositamente la novità in quel momento, "sperando che la gente non se ne accorga".
"Ieri sera tutti a vedere Sanremo, anche io", ha spiegato. "Pensano che noi viviamo su Marte: fanno uscire le notizie sperando che la gente non se ne accorga, immersa nel clima del Festival. Pensano di farci fessi".
Il senatore ha concluso affermando che, secondo lui, "sulla torbida storia di intercettazioni abusive" c'è "molto altro sotto". Ha anche sottolineato che la Polizia penitenziaria non ha ancora "smentito di aver acquistato questo software", mentre lo hanno fatto gli altri tre corpi delle forze dell'ordine: "Polizia, Carabinieri e Finanza". Renzi ha ribadito: "Se anche rimanessi l’ultimo a occuparmene, vi garantisco che non mollerò di un centimetro. Se spiano in modo illegale i giornalisti, vi immaginate cosa possono fare con le persone normali? È in ballo l’idea stessa di democrazia liberale".
De Cristofaro (Avs): "Ancora non sappiamo chi ha spiato"
"Più il mistero dello spionaggio ai danni di giornalisti e attivisti italiani si aggiunge di nuovi particolari più cala una coltre di nebbia a coprire tutto", ha commentato Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra al Senato. La notizia della sospensione è "una marcia indietro sospetta, ma anche una conferma", ha detto. "Ancora non conosciamo i responsabili di tali gravissime violazioni del diritto alla privacy e alla libertà di stampa".
Il governo informi il Parlamento su quale organo investigativo o di intelligence utilizzasse il software e per quali circostanze". Lo afferma il capogruppo dell'Alleanza Verdi-Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama. "Ad oggi nessuno, ma proprio nessuno tra Procure e servizi, dichiara di aver utilizzato questo software". Il "filo conduttore" tra le persone spiate "è chiaro: la Libia e i migranti", ha aggiunto. "Il governo non può fare finta di nulla, o nascondersi dietro il Copasir, dove peraltro Avs non è presente. Deve venire in Parlamento a spiegare".