Alla fine l'incontro tra Renzi e Berlusconi ci sarà. Nonostante le polemiche interne e i prevedibili attacchi del Movimento 5 Stelle, il segretario del Partito Democratico sembra infatti deciso a proseguire sulla strada delle "riforme condivise", nel tentativo di stringere i tempi sulla revisione della legge elettorale. L'appuntamento è per il pomeriggio di sabato, anche se il luogo continua a rimanere top secret: nelle ultime ore si è parlato di una location "neutrale", dunque niente Nazareno o Palazzo Grazioli.
La situazione resta fluida in ogni caso, dal momento che, più che i distinguo interni, a preoccupare Renzi è l'esito del percorso intrapreso in questi giorni. Il segretario ha infatti ripetuto più volte quanto sia fondamentale portare a casa in tempi accettabili la riforma della legge elettorale e quanto sia cruciale in termini di costruzione del consenso la capacità del partito di chiudere sulla riforma della politica (e non solo). Incontrare Berlusconi non è in tal senso un rischio eccessivo. Il problema sarà scendere a patti e fidarsi: speranza nella quale sono rimasti impantanati in molti, da D'Alema a fini, fino ad arrivare a Monti e allo stesso Napolitano. Insomma, più che il timore che il Cavaliere non sia interlocutore legittimo, ad essere concreta è la paura che faccia saltare il tavolo proprio al momento di mettere nero su bianco un (eventuale) accordo.
Quanto alla minoranza interna al Pd il discorso è molto più semplice e decisamente meno insidioso per Renzi. È chiaro che il fronte dei governisti deve operare un deciso distinguo sulla vicenda anche per non indebolire Alfano e la truppa del Nuovo Centrodestra (sempre a rischio sfaldamento), ma allo stesso tempo è evidente che i numeri ed il consenso sono dalla parte del Sindaco di Firenze. Che ha un vantaggio enorme: non si è mai esposto direttamente per il Governo Letta – Alfano e, soprattutto, non ha mai avallato concretamente le larghe intese. Come a dire: se cercate qualcuno che ha trattato col Cavaliere, guardatevi allo specchio…